Vincenzo Gueglio
“I viaggi di Grulliver”
di Jonathan Swift
illustrazioni di Thoms Morten
Gammarò Edizioni
www.gammaro.eu
Grulliver parte per i suoi viaggi da bravo cittadino britannico, serenamente incastonato nella tranquilla persuasione della propria naturale superiorità: egli è un gigante in un mondo di nani; può risolvere con irrisoria e sprezzante facilità problemi che per gli altri sono insormontabili: un incendio, lo spegne pisciandoci sopra. Ma poi gli è inflitta l’esperienza che lo relativizza e, concretissimamente, lo ridimensiona. Subisce quindi l’immersione nella mostruosa realtà della nuova scienza: un paradossale battesimo i cui tratti carnevaleschi non hanno niente di allegro, ma sono la cupa testimonianza della follia tecnologica dilagante. Infine, la rivelazione: scopre di essere uno yahù, una bestia il cui barlume di ragione è volto al male.
La verità alla quale Grulliver approda è tragica; ma grottesca; e il ridicolo toglie ogni dignità alla tragedia.
Esso solo resta, e dilaga.
«… since 1960 twenty new versions have been printed, of which nine are for an adult readership. The versions by Renato Ferrari (1964), Laura Corbi (1969), Luca Trevisani (1988), Gianni Celati (1997), and Vincenzo Gueglio (1999) are distinguished by their good overall results, and the last two stand out as among the best ever, Celati’s for reasons that will be explained below, Gueglio for its unusual and witty title, Viaggi di Grulliver (a pun on ‘grullo’, ‘gullible’, similar to what Swift implied of his hero), its fluent prose, as well as the extensive and detailed explanatory notes appended to the text.»
(«… dal 1960 sono state stampate venti nuove versioni, di cui nove per un pubblico adulto. Le versioni di Renato Ferrari (1964), Laura Corbi (1969b), Luca Trevisani (1988), Gianni Celati (1997) e Vincenzo Gueglio (1999) si distinguono per i loro buoni risultati complessivi, e gli ultimi due spiccano tra i meglio di sempre, Celati per i motivi che verranno spiegati di seguito, Gueglio per il suo titolo insolito e spiritoso, Viaggi di Grulliver (un gioco di parole su “grullo”, “credulone”, simile a quello che Swift intendeva per il suo eroe), la sua prosa fluente, così come le note esplicative estese e dettagliate a pie’ di pagina.»)
(Flavio Gregori, The Italian Reception of Swift. The Reception of Jonathan Swift in Europe,
ed. Hermann J. Real (2005), pp. 17-54)
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