Roberta Gado
traduttrice
Urs Widmer
“Il sifone blu”
Keller Editore
l sogno del sifone di vetro blu dell’infanzia, avvolto in una strana luce, collega le parti del doppio viaggio del protagonista, uno scrittore per certi aspetti molto simile all’autore. Un cinema in cui proiettano film visionari funge da macchina del tempo che un venerdì qualsiasi – o forse un lunedì – fa compiere all’alter ego di Urs Widmer un salto all’indietro di cinquant’anni, dove, più vecchio dei suoi genitori all’epoca, rivede la casa natale in una Basilea segnata dalla guerra, incontra il padre, la madre e persino l’amatissima tata. Però di lui bambino nessuna traccia, anzi: i genitori sono disperati perché il piccolo, lasciato al cinema, non si è ripresentato all’uscita e manca da qualche giorno…
In questa brillante favola per adulti Widmer ci racconta della vita e della morte, dell’amore e della guerra in una lingua vivace che compone immagini cangianti come in un caleidoscopio.
«Decenni fa, quando ero così piccolo che mi guardavano tutti, avrò avuto tre anni, ammiravo il mondo in piedi sul davanzale di camera mia, gonfio di felicità. Mia madre lo ammirava insieme a me. “Là! Là!” esclamavamo battendo le mani. Gli uccelli uscivano in volo da un cielo splendente, ci volteggiavano intorno e scomparivano nel blu come se fosse permeabile o avesse dei buchi segreti. Io e mia madre ci guardavamo sbalorditi, sbalorditi ed entusiasti».
Urs Widmer (Basilea 1938, Zurigo 2014), figlio del traduttore e critico letterario Walter Widmer, studiò germanistica e romanistica a Basilea, Montpellier e Parigi, conseguendo il dottorato nel 1966 con una tesi sulla letteratura tedesca del dopoguerra. Prima di dedicarsi interamente alla scrittura lavorò per brevi periodi come editor presso le case editrici Walter di Olten e Suhrkamp di Francoforte, da cui si staccò nel 1969 per fondare il Verlag der Autoren insieme ad altri colleghi. Nel 1984 rientrò in Svizzera e si stabilì a Zurigo. Debuttò come scrittore nel 1969 con il racconto Alois per i tipi di Diogenes, casa editrice a cui restò legato tutta la vita. Oltre che scrittore fu docente universitario, traduttore (Joseph Conrad, Raymond Chandler) e autore teatrale di successo. Le sue numerose opere sono tradotte in una trentina di lingue. Fu insignito di vari premi, tra cui il prestigioso Friedrich-Hölderlin-Preis (2007).
Roberta Gado
Ha imparato il tedesco da autodidatta. Prima di tradurre letteratura ha fatto altri lavori che le hanno insegnato varie cose utili: la svolta è arrivata frequentando un seminario di Donata Berra a Babel: da allora sa che cosa vuole fare nella vita e con chi. Da allora ha tradotto Nadj Abonji, Camenisch, Becher, Merz e Capus, tra gli altri.
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