Paolo Chiappero “Fuga da Berlino”

Paolo Chiappero Paolo Chiappero "Fuga da Berlino" Mondadori

Paolo Chiappero
“Fuga da Berlino”
Mondadori

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È da gente come voi che questo schifo di mondo deve ripartire. Gente che di fronte alle difficoltà, anche quelle più tremende, non si arrende e sa rialzarsi. Persone che hanno capito che i valori per i quali vale la pena di esistere non sono il denaro o il potere. Io l’avevo già capito che tipi siete tu e Rino. Appena vi ho incontrato. In macchina da Berlino in mezzo alla guerra. Una pazzia che solo la forza dell’amicizia e la voglia di ricominciare potevano rendere realizzabile.
In occasione del Giorno della Memoria, Mondadori Electa pubblica Fuga da Berlino, romanzo d’esordio di Paolo Chiappero, architetto libero professionista attivo in campo internazionale.
Nelle pagine del libro Paolo Chiappero racconta la rocambolesca fuga da Berlino di suo padre, Giacomo, Internato Militare Italiano in Germania dopo l’8 settembre 1943 e il suo rifiuto di collaborare con la Repubblica di Salò e i nazisti.
Ai prigionieri di guerra spettano tutti i diritti della Convenzione di Ginevra, per cui: visite della Croce Rossa, pacchi di viveri, corrispondenza, niente lavori forzati. A noi internati nessun diritto: solo lavorare, lavorare, lavorare. In sostanza siamo diventati veri e propri schiavi.
Nel romanzo si narra il viaggio avventuroso che Giacomo affronta con il suo amico e compagno di prigionia, Rino, meccanico in grado di riparare e rimettere in moto un’automobile fortunosamente trovata tra le macerie e che permetterà ai due di fuggire da una Berlino ormai allo stremo.
A bordo dell’auto, Giacomo e Rino attraversano una Germania e un’Europa martoriate dalla guerra e prossime alla liberazione da parte degli Alleati. Nel loro viaggio i due incontrano tedeschi, russi e americani che li aiutano nella loro fuga verso l’Italia, ognuno come può: uomini e donne, civili e militari, che, pur se sopraffatti dalle vicende della guerra con tutte le sue assurdità e i suoi orrori, non perdono la loro umanità e il loro amore per il prossimo. Perché quell’omone russo ha rischiato la pelle per salvare due poveracci come noi? Cosa ci ha guadagnato?». […] «Credo che lo abbia fatto principalmente per se stesso. Per iniziare a ripulirsi la coscienza da tutti gli orrori che ha visto e fatto in questa sporca guerra».
Il viaggio di Giacomo e Rino non è però solo una fuga verso casa, verso gli affetti e la famiglia, ma anche una vera e propria missione: i due vogliono e devono rientrare.

Paolo Chiappero, architetto
paolochiapperoarchitetto.com

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