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Livio Partiti 6 Febbraio 2016 Paolo Branca

Paolo Branca “Noi e l’Islam”

“Noi e l’Islam”
con Paolo Branca, Professore di Islamistica presso l’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano.
Monastero di Bose
Domenica 7 febbraio 2016

Paolo Branca, laureato in lingua e letteratura araba presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e diplomato in lingua araba presso l’Istituto per il medio e l’estremo Oriente (IsMEO) di Milano, insegna lingua e letteratura araba presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Relatore in numerosi seminari di studio sull’islam presso prestigiose istituzioni, ha trattato in particolare le problematiche del rapporto islam-mondo moderno, con speciale riferimento ai fenomeni del fondamentalismo e del riformismo musulmani. Tra i suoi libri ricordiamo:
I musulmani, Bologna 2000; Il Corano, Bologna 2001; Moschee inquiete, Bologna 2003; Yalla Italia! Le vere sfide dell’integrazione di arabi e musulmani nel nostro Paese, con prefazione di Gad Lerner, Roma 2007; Guerra e pace nel Corano, Padova 2009; Noi e l’islam. Dall’accoglienza al dialogo vent’anni dopo (Padova 2010); Il sorriso della mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba (et al., Roma 2011); Islam (et al., Bologna 2012); Memorie con-divise. Popoli, Stati e nazioni nel Mediterraneo e in Medio Oriente (et al., Milano 2013)

Non vi sono forme praticabili di coesistenza tra due antiche tradizioni culturali e religiose in un’epoca nella quale esse si trovano a vivere una crescente intensificazione di contatti? Che quest’ultima comporti problemi e che non siano né pochi né di scarso rilievo i rischi che la gestione di un simile fenomeno porta con sé è del tutto evidente. Ma proprio qui sta il punto. La domanda essenziale che dobbiamo porci è appunto se il multiculturalismo sia un fenomeno gestito o semplicemente subito, di fronte al quale prevalgono atteggiamenti comunque inadeguati.
Non ci vuol molto ad accorgersi infatti che, come contraltare di una posizione demonizzante, l’atteggiamento più comunemente diffuso è quello del relativismo o, per dirla in modo più chiaro, dell’indifferenza. Se l’islamofobia è più rumorosa e facile a diffondersi, non meno dannoso è il concordismo facilone di quanti si illudono che la mediazione avverrà da sé, spontaneamente, con tanta maggiore agilità quanto più saremo capaci di rinunciare a simboli e a valori tradizionali per sederci concordi all’effimero tavolo del benessere materiale.
Che gli esseri umani si stiano mischiando è un fatto, molto meno sicuro è che le culture si stiano incontrando.

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Postato Paolo Branca con i tag Cardinal Martini, Cristianesimo, Cultura, dialogo, Enzo Bianchi, fondalmentalismo, Informazione, ISIS, Islam, Monastero di Bose, multiculturalismo, Noi e l'Islam, Paolo Branca, Religione, Tradizione, Valori. Aggiungi ai segnalibri questa pagina.

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