Marilena Rea
curatrice de
“Il duello”
di Anton Cechov
Passigli Editori
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Le opere di Anton Čechov (1860-1904) sono da sempre tra le più amate dai lettori di tutto il mondo, ma mentre il suo teatro
continua a essere rappresentato con grande successo di pubblico – basti pensare a Il gabbiano, Il giardino dei ciliegi, Tre sorelle, Zio Vanja – non lo stesso forse si può dire per la ricchissima mole della sua opera narrativa, e non solo per i tantissimi
racconti (tra i quali, da poco pubblicato in questa stessa collana, lo splendido La signora con il cagnolino), ma anche e
soprattutto per i suoi romanzi bevi, tra i quali spicca senza dubbio, insieme a La steppa e al Racconto di uno sconosciuto,
proprio Il duello (1891).
Opera della piena maturità (1891), Il duello si presenta come la storia di una contesa tra due uomini: Laevskij, un giovane inetto, sempre indeciso, compiaciuto di perdersi dietro a sofisticate fantasie letterarie, che però – in una regione aspra ed esotica come quella del Caucaso, dove si era trasferito – non lo appagano né lo salvano; e lo zoologo von Koren, che invece possiede un carattere freddo, ed è più che mai convinto dell’esattezza con cui la crudele legge della selezione naturale destina il più debole a soccombere e il più forte a vincere. Attorno a loro ruotano i personaggi femminili, la vacua e vanitosa Nadežda Fëdorovna e la convenzionale e timorata Mar’ja Konstantinovna, entrambe espressione in modo diverso di una società perbenista e conservatrice.
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