Marco Dotti
La corruzione del Gioco
domenica 29 maggio 2016, ore 10.30
Dialoghi sull’Uomo – Pistoia
L’azzardo di massa è un giro d’affari annuo di quasi novanta miliardi di euro in Italia – nove miliardi di guadagno per lo Stato – la metà dei quali generati da slot machine. Sono infatti più di quattrocentomila le “macchinette” presenti sul territorio italiano, un numero senza pari nel mondo, e da anni si espandono in ogni luogo di prossimità o di incontro, ramificandosi nelle abitudini di uso e consumo di milioni di italiani e danno forma al cosiddetto predatory gambling. Calato in un contesto di massa, grazie alle tecnologie di programmazione e design, l’azzardo non solo ribadisce, ma ridefinisce le distanze fra ciò che è gioco, e ciò che opera solo in ragione della sistematica corruzione del gioco, a tutti i livelli. Un fenomeno sociale e culturale dagli impatti devastanti sul tessuto sociale, economico, relazionale, affettivo, di cui ancora tardiamo a comprendere la portata presente e futura. Cosa fare? Come salvarsi?
Marco Dotti è docente di Professioni dell’editoria all’Università di Pavia. Si è specializzato in temi di etica pubblica legati alle nuove professioni e alle nuove tecnologie. Fa parte della redazione del mensile Vita, dove coordina un gruppo di lavoro sul fenomeno dell’azzardo di massa e sul suo impatto sulla società italiana. Tra i fondatori, nel 2011, del Movimento No Slot, ha dedicato all’azzardo, muovendosi fra antropologia culturale ed etica sociale, inchieste e reportage. Tra i suoi libri: Il calcolo dei dadi. Azzardo e vita quotidiana (2013), Ludocrazia. Un lessico dell’azzardo di massa (maggio 2016) per O Barra O Edizioni; Slot city, (Round Robin edizioni, 2013); per Luca Sossella editore ha curato con Marcello Esposito l’edizione italiana di Architetture dell’azzardo. Progettare il gioco, costruire la dipendenza di Natasha Dow Schüll (2015) e ha scritto Bioshock (2016).
Marco Dotti, Marcello Esposito
“Ludocrazia”
Un lessico dell’azzardo di massa
O barra O
Che cosa accade quando il gioco perde la sua componente di gratuità, di spontaneità, di relazione, quando viene colonizzato da un business che manipola abilmente neuroscienze, biomarketing, informatica e comportamentismo?
Ci troviamo di fronte all’azzardo di massa, a una sistematica e patologica corruzione del gioco, e soprattutto a una realtà che cela complesse dinamiche di potere. Per questo si parla di ludocrazia, un fenomeno sociale e culturale che, trasformando tutto in gioco (e in azzardo), annulla non solo le potenzialità del gioco, ma l’umano in quanto tale.
Individuare gli elementi che sottendono a questo dilagante processo di gamification e gamblification e raccoglierli nelle voci di un lessico, che convoca una pluralità di sguardi multidisciplinari, costituisce un atto di resistenza in vista di auspicabili decostruzioni presenti e future.
IL POSTO DELLE PAROLE
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