Stefano Pivato
“Contro lo sport”
Utet Libri
www.utetlibri.it
Fin dal suo apparire, verso la fine dell’Ottocento, lo sport è stato il catalizzatore di un dibattito fra modernità e passatismo, tradizione e innovazione, novità e misoneismo. Oggi che lo sport è un fenomeno di massa, una passione largamente condivisa, è difficile ricordarlo, ma erano molte le ragioni per cui, al suo apparire in Italia, fu osteggiato attivamente: dalla difficile accettazione della cultura del corpo da parte di varie ideologie (a cominciare da quella cattolica) al rifiuto da parte del pensiero risorgimentale, che considera lo sport come un elemento disgregatore dell’amor di patria. Fino alla contrarietà di gran parte del socialismo, che lo ritiene un prodotto del «capitalismo borghese». Insomma una sorta di oppio dei popoli. Queste riserve durano a lungo nella società italiana e riaffiorano di tanto in tanto, come in occasione della stagione del Sessantotto. Tuttavia, dagli anni ottanta del Novecento, quella che un filosofo come Gianni Vattimo definisce la stagione dell’«edonismo reaganiano» mette al centro della propria visione quel consumismo che, un tempo contestato anche nelle sue espressioni sportive, ormai si impone come nuovo modello di comportamento – fino a portare l’Italia dove è oggi, fra le massime potenze sportive mondiali.
Stefano Pivato ha insegnato Storia contemporanea nelle Università di Trieste e Urbino. Studioso dei comportamenti collettivi, è stato fra i primi a introdurre in Italia la storia dello sport. Fra i suoi titoli sul tema: L’era dello sport (Giunti, 1994), Storia sociale della bicicletta (Il Mulino, 2019), Storia dello sport in Italia (con Paul Dietschy, Il Mulino, 2019) e Tifo. La passione sportiva in Italia (con Daniele Marchesini, Il Mulino, 2022).
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it