Roberto Barbolini
“Il detective difettoso”
Ritorno al futuro per il romanzo poliziesco
Bibliotheka Edizioni
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Fin dalle sue origini il romanzo giallo ha potuto contare, oltre che su fedelissimi lettori, su ammiratori d’eccezione, critici e scrittori – da Eliot a Gadda, da Yates a Brecht – che ne hanno svelato la logica simulatoria con la letteratura alta o ne hanno utilizzato la formula.
Campo privilegiato di analisi critica per semiologi e formalisti, il romanzo poliziesco sembrerebbe oggi non poter riservare più sorprese.
Ripercorrendo tendenze e miti del giallo, dalle origini in Poe fino alle commistioni del thriller con la grande letteratura, questo saggio propone alcuni quesiti intriganti. Dopo l’era dei detectives olimpici alla Holmes e di quelli “avvelenati”, gli eroi metropolitani alla Sam Sade, è forse giunta l’ora di parlare del “detective difettoso”?
Recuperando – contro gli incanti e i trucchi logici del giallo classico – le trappole di una “linea gotica” del poliziesco (da Chesterton a Dickson Carr), e mescolandole con la magistrale lezione di Hammett, si può individuare una possibile nuova strada per un genere letterario da molti ancora molto amato e da troppi dato prematuramente per morto.
Roberto Barbolini
E’ un narratore che predilige il comico, il visionario e il fantastico.
Ha lavorato con Giovanni Arpino al Giornale di Indro Montanelli, è stato redattore e critico teatrale di Panorama, si è occupato di gialli e di poesia erotica.
Attualmente collabora al QN-Quotidiano nazionale e a Tuttolibri.
Ha pubblicato numerosi romanzi, saggi e raccolte di racconti, tra cui La strada fantasma (1991, vincitore del premio Dessì), Il punteggio di Vienna (1995), Piccola città bastardo posto (1998), Stephen King contro il Gruppo 63 (1999), Ricette di famiglia (2011), L’uovo di colombo (2014), Vampiri conosciuti di persona (2017) Il maiale e lo sciamano (2020).
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