Paolo Romano
“Quando cavalcavo i mammut”
Scatole Parlanti
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“I don’t understand your problems”, said the old man. “I never had any like them”.
Saul Bellow, Seize the day, 1956
Il cinquantenne Luigi Giavatto, più solo che single, impiegato al Tribunale, parte per un breve viaggio in Sicilia col vecchio padre: l’occasione attesa una vita per risolvere un rapporto indecifrabile, la chance di superare un totem di incomprensioni. Ma presto questa avventura si dilata per digressioni e flashback, vita possibile e vita sognata. Sullo sfondo la Roma caotica di uffici e burocrazia, specchio dell’inazione del protagonista. Nell’alternarsi di stili e piani narrativi, vanno in scena la storia di una nevrosi e la fragilità di un uomo senza qualità, sempre minacciato dall’ingombrante fantasma paterno e l’idea della sopravvalutazione del sesso nelle relazioni umane. Rapporti disastrosi con le donne, l’adolescenza, gli intrallazzi, le corsie d’ospedale, diventano una girandola dal finale inatteso.
Paolo Romano è nato a Roma nel 1974. Ha studiato Giurisprudenza e chitarra jazz. Scrive di musica su “L’Espresso”. Il suo sogno è – ancora – allestire una comune con Stanley Kubrick, Ludovico Ariosto, Charles Mingus e David Foster Wallace. Nel 2019 ha pubblicato La formica sghemba (Scatole Parlanti).
IL POSTO DELLE PAROLE
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