Matteo Pericoli “Finestre sull’altrove”

Finestre sull'altrove Finestre sull'altrove

Matteo Pericoli
“Finestre sull’altrove”
60 vedute per 60 rifugiati
Prefazione di Gianni Rufini
Introduzione di Colum McCann
Con uno scritto di Bill Shipsey
Il Saggiatore

https://www.ilsaggiatore.com/

Quando si fugge, si fugge sempre altrove: verso altri paesaggi, altri odori, altri rumori; verso una sicurezza che è assieme anche una sensazione di precarietà. Altrove è il luogo verso cui si muovono i migranti del mondo e quello in cui spera di trovare riparo chi è in cerca di asilo da guerre e persecuzioni. Altrove è un luogo a metà tra il passato e il futuro, tra il dolore e la serenità, tra la speranza e la nostalgia.

Questo libro raccoglie 60 Finestre sull’altrove di rifugiati: 60 disegni delle vedute che osservano ogni giorno realizzati da Matteo Pericoli; 60 racconti in prima persona della loro nuova vita in un paese straniero dopo aver lasciato tutto dietro di sé. A emergere è una testimonianza unica della condizione di chi vive sotto protezione internazionale, ma anche un ritratto intimo di queste esistenze a loro modo straordinarie: dall’attivista irachena Nadia Murad, che richiama alla mente i paesaggi perduti dell’infanzia, alla profuga etiope Nyamal Biel, che ora lotta per donare un futuro ai bambini nei campi profughi; dal premio Pulitzer vietnamita Viet Thanh Nguyen, che ricorda la finestra sull’autostrada nei suoi primi anni da esule, a Sarah Mardini, scappata dalla Siria e poi arrestata con accuse pretestuose mentre aiutava i migranti al largo delle coste greche; da Albie Sachs, giudice sudafricano antiapartheid, costretto a lasciare il paese dopo un attentato in cui perse il braccio e oggi tornato a contemplare le montagne sopra Città del Capo, al giovane afghano Ubdar, che ripensa a quando sedersi vicino a una finestra significava rischiare la vita.

Finestre sull’altrove è un viaggio per parole e immagini che parte dai vissuti dei rifugiati del mondo e arriva alle radici dell’anima umana. Perché, come scrive nell’introduzione Colum McCann, «non c’è finestra più misteriosa di quella che dà sul luogo al quale non possiamo tornare».

«Il viaggio interiore di un rifugiato non ha mai fine. I segni lasciati dall’impulso iniziale a fuggire non svaniscono mai completamente. Una finestra è un oggetto fisico, ma la vista che essa incornicia non lo è. Guardare fuori da una finestra non significa solo rivolgere lo sguardo verso un paesaggio, significa anche rivolgerlo verso l’interno, verso noi stessi e il viaggio della nostra vita.»

«Adoro questi sessanta disegni. Più li guardo, più rivelano. Più rivelano, e più risuonano. Più risuonano, più desidero tornare a guardarli.» Dall’introduzione di Colum McCann

Matteo Pericoli (1968) è architetto e disegnatore. Suoi disegni sono apparsi su The New York Times, The Observer e The Paris Review; la sua opera muraria Skyline of the World è stata installata nel nuovo terminal del Jfk International Airport. Nel 2010 ha fondato il Laboratorio di Architettura Letteraria, che tuttora dirige. Ha pubblicato diversi volumi, tra i quali Manhattan svelata (Leonardo International, 2002) e Finestre sul mondo (Edt, 2015).


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