Massimo Barone, Carlo Bordini
“L’universo è una leggenda”
Exòrma Edizioni
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Una storia dove personaggi di ogni tempo hanno trovato il loro posto. Si racconta un Mondo fuori dei limiti dell’Universo, così lontano che neanche è sicuro che ci sia; di stranezze in quel posto ce ne sono tante: strane religioni, strani partiti, strade che man mano che le percorri s’allungano. Pagina dopo pagina, a conti fatti, quel mondo sembra essere uno specchio deformato, ma neanche troppo, del nostro.
La storia della nascita di L’universo è una leggenda comincia una sera durante una cena in cui Carlo Bordini dice a Massimo Barone: “Vai avanti tu. Prova a raccontare il seguito”. Bordini stava da tempo mettendo insieme un montaggio fatto di frammenti, ma adesso gli sembrava che mancasse un plot che li sostenesse, dei personaggi, una vicenda. Così prende forma la composizione polifonica che, a due anni dalla scomparsa di Bordini, Massimo Barone decide di dare alle stampe.
Fuori di sé stesso l’universo è tutta campagna. Sono tutti campi coltivati, e vi abitano pochissime persone in villaggi, e case sparse. Gli abitanti si recano periodicamente nell’universo, a farvi acquisti; per il resto fanno una vita molto tranquilla e chiamano “Il Mondo” la loro terra. Ci sono strane religioni, strani partiti, strade che, man mano che le percorri, s’allungano.
Un uomo e una donna, in cerca di Qualcosa, entrano nel vivo della storia passando per una fotografia: scoprono che si può passare dal Mondo a un altro mondo, attraverso le immagini. Così, entrando in una fotografia di Luigi Ghirri, vengono trasportati nell’altra dimensione: una sterminata Prateria, una distesa d’erba che muta a seconda dei desideri, accogliente e ubbidiente. È un luogo dove una notte “dura anche sei mesi e una stagione da quattro a sei anni terrestri”.
Qui arrivano gli scontenti, gli inermi, i fuggitivi da ogni tempo e luogo e raccontano la loro storia. Gente tormentata, emarginata, in punto di morte, in un vicolo cieco. Viene da concludere che non sarebbero qui se non avessero tutti questo passaporto.
Il primo a manifestarsi si chiama Eginardo, che si trova lì dentro “dal pomeriggio del quattro aprile dell’anno ottocentonovantasei dopo Cristo”.
Carlo Bordini (1938-2020). Poeta e storico italiano. Tra le sue numerose pubblicazioni, il saggio Un coraggio a metà incentrato su Pier Paolo Pasolini; il suo primo libro in prosa, Manuale di autodistruzione, è stato tradotto in francese. Ha pubblicato il romanzo Gustavo (Avagliano, 2006); ha curato con A. Di Consoli il volume Renault 4 (Avagliano, 2007); la sua ultima raccolta di poesie, Sasso (Scheiwiller, 2008); Non è un gioco, appunti di viaggio sulla poesia in America latina (Sossella, 2009). Ha collaborato con “L’Unità”, la rivista “Poesia” e altre testate giornalistiche. Le sue opere sono state tradotte in spagnolo, svedese e francese.
Massimo Barone (1942). Scrittore, saggista e drammaturgo italiano. Tra le sue pubblicazioni: Agricane (Marsilio, 1976); Amici di chiave (Fazi, 1998); Parco Nemorense (Avagliano, 2005); Ritorni e Altre Storie (Ilisso, 2006); “Scherzi della memoria”, in Renault 4 (Avagliano, 2007); Il console Stendhal (Avagliano, 2008).
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