Marianna Crasto
“Il senso della fine”
Inesorabile storia d’amore
effequ edizioni
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“Un’apocalisse a bassa intensità, narrata per scene cariche di poesia”
(Dal Giudizio del Premio Calvino 2022)
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Può la fine del mondo, una fine del mondo not with a bang but with a whimper – non con uno schianto ma con un lamento, come per il T.S. Eliot di The Hollow Men – renderci, finalmente, capaci di amare?
(Dalle parole di presentazione al Premio Strega di Laura Pugno)
Non appena ebbi cinque minuti per pensare alla fine del mondo, schiacciai mute sul telecomando e mi stesi sul pavimento. Quello che vidi: polvere a perdita d’occhio in morbide pianure di velluto e batuffoli grigi negli angoli. Mi ero appena innamorata e pensai moriremo quindi, una constatazione che non mi turbò in sé, a eccezione della nostalgia per il nuovissimo amato che avrei perso presto. Pensai anche che pavimento sporco. Sentivo trambusto al piano di sopra e voci per le scale trattenute sul pianerottolo dal tufo freddo e spesso dell’edificio. Ebbi paura di uscire e non uscii. Poi scoprii invece che erano usciti quasi tutti, nelle ore successive vennero fuori dai salotti, giù per le scale e negli ascensori, oltre i portoni, si incontravano agli angoli delle strade tra sconosciuti ma come a un appuntamento.
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È il 29 febbraio, e un’edizione straordinaria del TG annuncia l’imminente fine del mondo.
Iniziano preparativi, avvengono reazioni scomposte, isterie di massa, fenomeni non troppo naturali si abbattono su tutta la terra: ma noi seguiamo X, cassiera di un supermercato all’interno del centro commerciale Magna Grecia, nell’hinterland napoletano, e Y, commesso di un negozio di casalinghi nel medesimo centro commerciale. Si sono conosciuti, e tra loro stava nascendo qualcosa, ma la crisi mondiale ribalta anche il loro piccolissimo universo. Lei, fredda e distante e lui, socievole e gentile, non riescono più a prendersi le misure, né a prenderle rispetto al proprio passato, al comportamento da tenere davanti alla fine, alla follia consumistica, alle segrete ossessioni di ciascuno. In una lenta danza di avvicinamento e allontanamento, punteggiata da momenti altamente drammatici nella loro assurdità, si svolge, si avviluppa e si sviluppa questa piccola, inesorabile, storia d’amore.
Marianna Crasto (Napoli, 1984) è laureata in Filologia moderna, scrive racconti da molti anni, pubblicati su «inutile», rivista di cui è redattrice (tra gli altri, Guida alla morte per ragazze perbene), «minima&moralia» (Un milione di cfu) e «inchiostro» (Paolina).
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