Maria Vittoria Vittori
“La rivincita del maschio” di Amalia Guglielminetti
Otto Edizioni
https://8ttoedizioni.com/
“Ero un sentimentale idiota che soffriva d’un sogghignetto sprezzante di bella donna come d’una staffilata, e mi sono abituato a considerare le più affascinanti creature dell’altro sesso come semplici arredi nella camera da letto d’un uomo, più o meno piacevoli e decorativi a seconda delle loro qualità estetiche e sensoriali. È la mia rivincita, o se vuoi, la rivincita del maschio.”
Liguria, primi del Novecento. Il barone Ugo di Sant’Agabio è un uomo dedito al gioco e impegnato a godere appieno dei piaceri che la vita sembra costantemente riservargli. Quando si innamora della canzonettista di cabaret Reré Lajoie pensa di aver trovato la sua musa. I sensi e la mente sono solleticati da questa donna moderna, indipendente, che ama sedurre più che essere sedotta, che fuma, beve e gioca d’azzardo. Reré è la nuova donna del Novecento, per cui Ugo rappresenta solo un divertimento momentaneo. La loro è una passione che non è destinata a durare.
A darle il colpo di grazia ci pensa Nora, la timida e ingenua cugina di Ugo che lo strega da subito con la sua dolcezza e una docilità a cui lui si arrende più che volentieri. Ma la vendetta di Reré non si fa attendere, innescando una serie di conseguenze che porteranno a un inaspettato, feroce colpo di scena.
La rivincita del maschio di Amalia Guglielminetti (8tto edizioni) con un contributo critico di Maria Vittoria Vittori. Scandalosamente provocatorio, La rivincita del maschio di Amalia Guglielminetti, appare per la prima volta nella rivista “Il Secolo Illustrato” tra il dicembre del 1920 e il maggio del 1921, dieci puntate riunite sotto il titolo Il morso della viperetta. Il romanzo vero e proprio, riveduto e ampliato, viene poi pubblicato da Lattes nel 1923, è costato ad Amalia Guglielminetti un’accusa per oltraggio al pubblico pudore e una pubblicità senza precedenti.
Un romanzo in cui amore, tradimento e vendetta si intrecciano nelle vite decadenti e dissolute dei protagonisti, per poi deflagrare in una notte folle e lisergica in cui la rivincita del maschio passa, ancora una volta, attraverso il corpo di una donna.
Amalia Guglielminetti
Scrittrice, poetessa e drammaturga forgiatasi nell’inquieto ambiente culturale della Torino dei primi del Novecento, è stata un’illustre vittima di quel cortocircuito che tende a confondere i due piani, quello biografico e quello artistico, e che ha fatto in modo che le sue opere – e le sue potenti figure femminili – fossero etichettate come “letteratura erotica” e lì fossero confinate, senza la possibilità di emergere con la loro forza, il loro dinamismo, la loro abbagliante modernità.
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