Marco Ferri
“Come è passato il tempo”
marcos y marcos
https://marcosymarcos.com/
Passaggi Festival, Fano
Ore 21.00 – 22.00, Chiesa di San Francesco
Passaggi diVersi – Rassegna di poesia
Di questi luoghi
Anna Franceschini “Pietre da taglio” (Kurumuny);
Alessandra Carnaroli “50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti” (Einaudi)
Marco Ferri “Come è passato il tempo” (marcos y marcos)
Fabrizio Lombardo, poeta e redattore rivista VersoDove
https://www.passaggifestival.it/
Anche se dimenticato
il tempo lega, come un ormeggio.
Vista dal parcheggio
di una notturna dispensa collettiva
la Terra è fragile, non può
inghiottire tutto.
Il titolo di questa ampia e tesa autoantologia suggerisce subito due cose: la dimensione temporale come asse portante del libro, e l’escursione linguistica, dal basso del parlato quotidiano ai registri più alti, e sempre tuttavia secchi, esatti, privi di compiacimento. È con questa parola che rifiuta ogni orpello e che si apre alla quotidianità che l’autore attraversa il tempo, o meglio le sue varie declinazioni: il tempo soggettivo (“Clima e affanni, scadenze / sui calendari, questa lima”), quello storico, e l’altro, più vasto e sfuggente, che riguarda il farsi e disfarsi della vita, del pianeta, del cosmo. Nulla tuttavia è disposto lungo un asse ordinato e rassicurante: l’epicentro sarà certo il presente devastato, azzerato nella sua dimensione progettuale e utopica, preso d’assedio dalla mercificazione di ogni cosa. Ma da questo luogo minaccioso e minacciato l’esplorazione della poesia innesca una dialettica non facile tra le varie dimensioni del passato e l’orizzonte a noi murato del futuro, che pure dovrà esistere: “Le speranze e le piccole illusioni / chiudile in una busta e nascondile / nel giardino o in un bunker / per quelli del tremila. / Gli eredi non saranno teneri con te”.
Come è passato il tempo dà conto di un lungo percorso, quarant’anni di ricerca poetica ammirevole, caparbia, silenziosa e ora capace di stupire per la sua intima, coraggiosa coerenza.
Fabio Pusterla
Marco Ferri, nato a Fano nel 1950, è stato direttore della biblioteca Federiciana di Fano e docente di materie bibliotecarie all’Università di Urbino. Dal 1988 al 1998, insieme a Gabriele Ghiandoni ed Ercole Bellucci ha diretto l’almanacco di letteratura «Cartolaria». Ha pubblicato le raccolte di versi: Prove e variazioni (Fortuna, 1986); L’apparenza necessaria (Flaminia, 1990); Nero il bianco (Stamperia dell’arancio, 1994); Dove guardi (peQuod, 2001); Discorsi in cucina (Aragno, 2007); la plaquette Corpus (l’Obliquo, 2008) ed Esercizi spirituali per cosmonauti (Di Felice Edizioni, 2013). Nel 2002 ha vinto il premio Carlo Bo per la poesia. Ha tradotto: L’invito di Claude Simon (l’Obliquo, 1993); I miserabili di Victor Hugo (Frassinelli, 1997); Per un’arte poetica di Raymond Queneau, in collaborazione con Silvia Ferri (l’Obliquo, 2012).
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