Lillo Di Mauro
“L’orizzonte rosato del tempo”
Baldini + Castoldi
https://www.baldinicastoldi.it/
«Quando scrivo poesia mi sento simile alle stelle che vagabondano nel cielo con la loro luce intermittente. La mia poesia vive di segni e di simboli, con la mia parola poetica annuncio eventi. Abito l’immaginazione, vi soggiorno, amo sedurre con le parole e i simboli per rendere sopportabile il mondo che incatena le nostre vite. Mi inabisso fino ai fondali del mondo e più in là nell’infinito, per scrutarne il mistero. Io scrivo poesia per salvarmi dalla mia dannazione, dal mio destino.»
Lillo di Mauro, poeta dalla sensibilità rara e sconfinata, torna con una raccolta di poesie cruda e potente, in cui il ricordo, sempre vivo, di un’infanzia turbata e compromessa si lega alla malinconia e allo stupore per un presente che si dimostra sempre segnato, irrimediabilmente, dal rimpianto. Nelle quattro sezioni che compongono questa silloge ritroviamo i temi della giovinezza, dell’amore e delle prime esperienze omosessuali vissute nelle periferie e nel segreto di Roma, grande teatro in cui si gioca la partita del proibito, ma dove matura anche il bisogno ribelle di uscire dall’ombra e, finalmente, di dire: è la parola, infatti, e la poesia ancora più di tutto, a diventare vero e forse unico strumento di redenzione e ordine in un universo distorto dalla nostalgia, dalla mancanza, dal tormento delle possibilità non esplorate. E solo la poesia può, con la forza liberatoria che le appartiene, opporsi al disfacimento del corpo e del tempo.
In queste poesie – in cui si avverte, come avverte l’autore, l’eco delle letture che hanno accompagnato la sua fioritura poetica: da Rilke a Wilde, da Saba a Rimbaud, da Dickinson a Pasolini e Sandro Penna – il verso libero, le abbondanti e ordite metafore, i richiami alla natura, al suo fogliame, ai suoni e ai colori di un paesaggio altro trasportano il lettore in una dimensione onirica, dove è possibile dichiarare la propria identità, nero su bianco, senza celare nulla di sé.
Lillo Di Mauro è nato a Sutri (Viterbo) sessantasei anni fa. Sin da adolescente è stato attratto dalla poesia e dalla letteratura, dall’arte e dalla bellezza. La sua diversa sensibilità è cresciuta dentro i nuovi spazi aperti dalle lotte emancipatrici degli anni ‘70. Da sempre inserito nella realtà sociale, ha partecipato come omosessuale alle lotte per i diritti e al riconoscimento del valore delle differenze e tuttora si dedica, nell’ambito del volontariato, alla tutela e al sostegno di tossicodipendenti, minori e detenuti, con particolare riferimento ai figli di detenuti e alle madri detenute con i figli. Ha pubblicato: Nel silenzio… intrecciando pensieri (1981), Rispetto del tempo (1983), Malia del vento (1985), Come un soffio (1989), Gabbie (2007; presentata alla Feltrinelli International nell’ambito delle iniziative culturali per il Gay Pride) e Briciole da terra (2015). Ha scritto e curato un tributo a Pier Paolo Pasolini Dove acqua di Tevero s’insala e i reading teatrali Patroclo e Achille e Passeggiate Romane.
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