Conversazione di Livio Partiti con Lilli Luini "La cappella dei penitenti grigi", Edizioni Nord.
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MAURIZIO LANTERI – LILLI LUINI
LA CAPPELLA DEI PENITENTI GRIGI
EDIZIONI NORD
Al tenue chiarore della luna, le paludi che circondano la cittadella
medievale di Aigues-Mortes restituiscono alle autorità il cadavere di
una donna: si tratta di Deanne Bréchet, una giornalista parigina. La
polizia concentra subito i sospetti su Fabienne Lacati, una giovane
ricercatrice della Sorbona che si trova nel sud della Francia per un
convegno sulle crociate. Le due donne, infatti, si conoscevano bene e la
sera dell’omicidio molti testimoni le hanno viste litigare furiosamente
nella hall dell’albergo. Determinata a provare la propria innocenza,
Fabienne scopre che, nelle settimane precedenti, la giornalista era
andata spesso in quella enigmatica e affascinante città-fortezza per
documentarsi sui Penitenti Grigi, un antico ordine caritatevole che
esiste ancora oggi. Ma l’aspetto più inquietante della vicenda è che
pure Fabienne è interessata a quella confraternita, e forse non è una
coincidenza se, da mesi, le negano il permesso di visitare il luogo dove
sono raccolti i registri della congregazione: la Cappella dei Penitenti
Grigi. È possibile che Deanne avesse scoperto un segreto scottante,
custodito proprio in quella chiesa inaccessibile? La drammatica conferma
arriva quando, l’uno dopo l’altro, tutti coloro che Deanne aveva
contattato muoiono in circostanze misteriose. Fabienne intuisce quindi
di essere in pericolo e, con l’aiuto di Daniele Ferrara, un collega
italiano, si convince che l’unico modo per salvarsi la vita è andare a
caccia della verità: una verità che, sorprendentemente, si nasconde tra
le pieghe di un tragico evento del passato, eppure ancora molto attuale…
ascolta qui la conversazione
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così comincia:
Aigues-Mortes
22 febbraio 1729
Lucien Claparède aveva il cuore gonfio di mestizia. Calde
lacrime gli segnavano le gote, mentre osservava gli ultimi bagliori del
tramonto spegnersi ai piedi dell’altare.
Era l’ora dei Vespri, la cerimonia di sepoltura stava per iniziare.
I confratelli si disposero in silenzio negli scranni intorno a lui.
Gli occhi di tutti erano puntati sul feretro, collocato al centro della navata.
Un saio di tela grezza era il sudario che Guillelmine Rabat, la moglie
del cambiavalute, aveva scelto per l’estremo viaggio. Troppo ampio per
le sue esili fattezze, dava l’impressione che la malattia la stesse
ancora consumando, fino a farla scomparire del tutto.
Un rintocco di campana. Il Sacrista raggiunse l’altare e accese un cero.
Il Direttore dei Canti intonò il De profundis. L’assemblea si unì alla voce.
Guillelmine non era stata una Penitente in vita, ma da Penitente aveva
voluto morire ed essere sepolta. Per quasi un anno Lucien l’aveva
lavata, accudita e confortata come fosse stata sua madre. Per quello
esistevano i Penitenti Grigi di Aigues-Mortes, da più di quattrocento
anni. Alleviare i mali del corpo e dell’anima, accompagnando chi soffre a
un sereno trapasso. Un’opera di misericordia, compiuta in espiazione
dei propri peccati.
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IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare