Ivan Crico
“L’altro siel del mondo”
“L’altro cielo del mondo”
Ronzani Editore
www.ronzanieditore.it
Poesie in bisiàc e tergestino (1989 - 2022)
Prefazione di Giorgio Agamben
Con uno scritto di Elenio Cicchini e Nicoletta Di Vita
Fotografie di Roberto Kusterle
In una sorta di breve autobiografia poetica, Ivan Crico ha raccontato come cominciò a scrivere in dialetto dopo la lettura delle Poesie a Casarsa di PPP. “Da quel momento, la mia vita cambiò. Quelle poesie davvero segnarono una svolta poiché, fino ad allora, in ciò che scrivevo non mi era mai sembrato di riuscire a definire le cose come le sentivo. L’italiano non era la mia lingua vera, seppure molto amata, e quindi tra le cose e i nomi che le definivano si apriva, per me, come una sorta di abisso incolmabile”. La realtà che lo circondava, con i suoi profumi e i suoi colori, l’aveva, infatti, conosciuta con altri nomi: “e questi nomi li ritrovai nelle poesie di Pasolini. C’erano difatti, in quelle liriche, molti termini che avevo sentito ed anche adoperato nell’ infanzia (il bisiàc, pur essendo una parlata fondamentalmente veneta, ha in comune con il friulano numerosi vocaboli), ma soprattutto – ed è la primissima impressione, ciò che più mi meravigliò – fu come quelle parole, che per tanto tempo avevo voluto rimuovere, ritraessero alla perfezione i paesaggi da me tanto amati di queste terre di confine.
(dalla prefazione di Giorgio Agamben)
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Ivan Crico è nato a Gorizia nel 1968, ma fin dalla nascita ha vissuto a Pieris, presso le foci del fiume Isonzo. Dal 2006 vive nell’antico borgo rurale di Tapogliano. Si dedica allo studio della pittura fin da giovanissimo, laureandosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia ed esponendo presso importanti gallerie e sedi museali. Parallelamente all’attività artistica, dai primi anni ’90 ha iniziato a collaborare con gli amici poeti Amedeo Giacomini, Gian Mario Villalta, Mario Benedetti e Pierluigi Cappello (con quest’ultimo ha ideato la collana di poesia la Barca di Babele). Scrive in lingua e nell’arcaico idioma veneto bisiàc. Oltre ai libri di poesia citati nelle “Note e riferimenti bibliografici”, si segnala la raffinata versione integrale in bisiàc de Al cant dei Canti (Il Cantico dei Cantici), con prefazione del linguista Michele Cortellazzo (ACB, 2018); su invito di Giorgio Agamben, la traduzione poetica dell’opera di Pier Paolo Pasolini I Turcs tal Friùl (Quodlibet, 2019). Sempre per la collana Ardilut nel 2021 ha curato e tradotto la riedizione del El critoleo del corpo fracassao di Biagio Marin e L’arte di andar per uccelli col vischio, seguito da Presumût unviâr di Amedeo Giacomini. Con l’antropologo Gian Carlo Gri ed altri studiosi, ha inoltre studiato il fenomeno dei benandanti nel Friuli goriziano nel volume Di prodigi segreti (Istituto Gasparini, 2006). Assieme a Luca Bresciani, Paolo Gera, Mario Marchisio, Paolo Pera ha curato l’antologia poetica Fissando in volto il gelo (Terra d’ulivi, 2023). Della sua poesia – pubblicata sulle maggiori riviste italiane e all’estero – si sono occupati, tra gli altri, Giorgio Agamben, Antonella Anedda, Mario Benedetti, Franco Brevini, Manuel Cohen, Milo De Angelis, Gianni D’Elia, Hans Kitzmüller, Franco Loi, Francesco Tomada, Giovanni Tesio, Gian Mario Villalta.
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