Michele Guerra
Il modello Parma 2020+21
Investire in cultura nell’epoca post-pandemica
Gli ideatori e i promotori di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 si sono riuniti in un convegno, alcuni giorni fa, a poche settimane dalla chiusura del biennio, per tracciare un bilancio dell’esperienza e misurarne l’impatto sul territorio. Insieme all’On. Tabacci si è discusso anche del virtuoso modello di Parma 2020+21 e del ruolo chiave del Comitato per Parma 2020 che, allo scopo di sostenere la realizzazione del dossier di candidatura e valorizzare il programma di Parma Capitale, ha saputo riunire in un unico organo di direzione istituzioni pubbliche, enti culturali, associazioni e imprese private, soggetti con nature giuridiche differenti che hanno fatto sistema e creato una collaborazione tra pubblico e privato mai tentata prima nell’ambito delle Capitali della Cultura.
«Il modello pubblico-privato – afferma l’Assessore alla Cultura Michele Guerra, che è intervenuto al convegno – ha rappresentato la forza del progetto di Parma Capitale e ci ha permesso di gestire le criticità dei due anni di pandemia. Anche per questo oggi si guarda al modello di Parma come esempio da seguire».
Parma 2020+21 ha dimostrato infatti che si può investire in cultura in maniera efficace ottenendo risultati immediati e permanenti. Ne sono testimonianza i progetti di restauro che hanno riconsegnato alla città pezzi importanti del suo patrimonio artistico, come Hospitale, la Camera di San Paolo e la Chiesa di San Francesco del Prato. Inoltre la realizzazione di infrastrutture e servizi digitali come la Parma Card e l’App Parma 2020+21. Un’eredità importante per la città, che continuerà ad essere officina culturale anche negli anni a venire.
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