Ilaria Palomba
“Città metafisiche”
Edizioni Ensemble
https://www.edizioniensemble.it/
L’odore di brace del mio giardino,
di questa luce infernale, l’avvento,
senza corpo c’inchiodiamo nel vento.
Third time’s a charm, dicono gli inglesi. La terza volta è quella giusta, la migliore. E così è anche per la scrittrice Ilaria Palomba, che con Città metafisiche è giunta alla sua terza prova poetica.
Il libro porta a compimento le premesse dei due libri precedenti e ne è, in qualche modo, la pietra tombale.
Intendo dire che dopo Città metafisiche la poesia di Palomba non potrà che essere altra, tanto è dirompente quest’opera. Inutile cercarvi influenze esterne: è una poesia che vive di e per sé stessa. Un nome che potrebbe far capolino è quello di Alejandra Pizarnik, ma sarebbe un riferimento ozioso evacuo; un riflesso distante.
Il dolore e il sacrificio, punti cardine della poetica dell’autrice, sono qui trattati lucidamente e senza cadere nel dolorismo facile di certa poesia confessionale. La parola della Palomba è un bisturi che squarcia il velo di Maya.
Se Mancanza (Alter Ego-Augh edizioni, 2017) esplorava la Perdita e Deserto (Fusibilia, 2019) raccontava le sue conseguenze, Città metafisiche è una cartolina dall’Abisso. Tutto è già accaduto: non c’è presente né passato, solo un futuro in potenza, ipotetico, un grumo nerissimo.
Ilaria Palomba dimostra con questo libro che è ancora possibile, a dispetto di chi dice che tutto è già stato detto, raccontare la sofferenza di appartenere al mondo.
Gabriele Galloni
Ascolta la conversazione con Ilaria Palomba
Ilaria Palomba, ha scritto romanzi, poesie e saggi, tra cui: Homo homini virus (Meridiano Zero, Premio Carver 2015), Disturbi di luminosità (Gaffi), Brama (Perrone), Deserto (Fusibilia), Io sono un’opera d’arte, viaggio nel mondo della performance art (Dal Sud). Lavora come editor freelance e gestisce insieme a Giordano Tedoldi il blog «suiteitalianalt.blogspot.com».
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