Ilaria Palomba “Brama”

Ilaria Palomba Ilaria Palomba "Brama" Giulio Perrone Editore

Ilaria Palomba
“Brama”
Giulio Perrone Editore

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Ilaria Palomba “Brama”

Dico brama preferibilmente a desiderio, perché brama è più forte di desiderio, perché in brama c’è il grido dell’elefante, perché in brama c’è Brahma, supremo desiderio del mondo.
Alberto Savinio, La nostra anima

Se invece divorerai altri e altre cose rispetto a te, la tua brama rimarrà perennemente insoddisfatta, anche essa vuole di più, vuole ciò che vi è di più prelibato, vuole te.
C.G. Jung, Il libro rosso

Possedere l’altro, primeggiare, schivare le attenzioni di una madre morbosa, meritare il riconoscimento di un padre inarrivabile sono i desideri che animano Bianca, fragile trentenne, ricoverata più volte in psichiatria per i suoi vani tentativi di suicidio. L’incontro con il filosofo Carlo Brama, ambivalente oggetto di desiderio, rende maggiormente precario il suo stare al mondo e apre un viaggio a ritroso nell’infanzia e nell’adolescenza pugliese, frugando tra i segreti di una famiglia borghese piena di scheletri nell’armadio. L’amore non è una fiaba a lieto fine ma una radiografia della psiche, un legame tanto carnale quanto spirituale che, come in un rito, nel suo compiersi conduce al trascendimento della ragione. Tra Carlo e Bianca c’è un gioco crudele che diventa una condanna, una tessitura di destini, sacra e terribile, cui cercano entrambi di sfuggire.

Così comincia “Brama”
“Sono una debole, questo mi dice Carlo. Che sono debole e priva di volontà, che mi lascio schiacciare da chiunque, quando invece vorrebbe essere lui, solo lui, a muovere i fili. Per essere un burattino non sono niente male. Magari devo perdere qualche chilo, il burattino perfetto non può superare i cinquanta chili, e vestirmi di bianco, come piace a lui. Devo. No, basta. Ora smetto di controllare l’iPhone. Ho già un padre ma ogni volta ne cerco di nuovi. È stato bello conoscerlo al seminario su Heidegger a villa Mirafiori, parlare dieci secondi e nell’arco di poche ore essere già a Monti a bere Cabernet e a confidargli: Un mese fa mi ricoverano perché il mio ex s’innamora di un’altra e mi viene il dubbio di non essere reale e per accertarmene ingollo cinquanta pasticche di Topamax, tre boccette di Diazepam e tre di Xanax.”

Ilaria Palomba, classe ’87, è laureata in Filosofia, ha tenuto laboratori di scrittura creativa nei centri diurni di psichiatria e presso alcune scuole; tra le sue pubblicazioni: Fatti male, tradotto in tedesco per Aufbau-verlag, Homo homini virus (Premio Carver, 2015), Io sono un’opera d’arte, viaggio nel mondo della performance art, Disturbi di luminosità, Deserto. È ideatrice e redattrice del blog dissipatu.blogspot.com in cui svolge una ricerca sul disagio psichico.

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