Giuseppe Girimonti Greco, Federico Musardo “La cattedrale di nebbia” Paul Willems

Paul Willems. La cattedrale di nebbia. Safarà

Giuseppe Girimonti Greco, Federico Musardo
“La cattedrale di nebbia”
Paul Willems
Safarà Editore

www.safaraeditore.com

Pubblicate per la prima volta in francese nel 1983, le pagine de La cattedrale di nebbia distillano narrazioni eteree ambientate in un’Europa ancestrale, dove foreste diafane custodiscono architetture impalpabili che si dissolvono al sole per riassumere forma al crepuscolo – in una narrazione evanescente che propaga un fascino rarefatto e inesauribile.

La raccolta include due saggi di tradizione proustiana, Leggere e Scrivere, che attraversano i mille perché della lettura e della scrittura offrendo un sentiero di esplorazione privilegiato per chiunque voglia inoltrarsi nella foresta di Houthulst e seguire le tracce sfuggenti che conducono alla leggendaria cattedrale di nebbia.

Paul Willems (Edegem, 4 aprile 1912 – Zoersel, 29 novembre 1997) è stato un romanziere e drammaturgo belga, tra gli ultimi grandi scrittori fiamminghi francofoni. Eletto all’Académie royale de langue et de littérature françaises de Belgique nel 1975, è considerato una delle voci più raffinate ed elusive della sua generazione.

«Qui e là, verso l’alto, da ogni parte, i rami degli alberi che cingevano la radura attraversavano le mura e la volta di nebbia. Sembravano tenere l’intera chiesa sospesa tra cielo e terra. Questa impressione era rafforzata dalla presenza dell’edera che, non potendo aderire alle pareti, ricopriva il suolo di uno spesso tappeto il cui colore verde era esaltato da una luce diffusa di un grigio finissimo. Nonostante la protezione degli alberi, nei giorni di grande tempesta la chiesa si disperdeva. Si riformava soltanto al crepuscolo, con il calare del vento. Era allora che si pregava meglio, come se un arcangelo avesse spazzato via la tempesta con le sue ali immense, volando quel giorno sopra la foresta e poi, scesa la sera, si fosse posato sulla quercia millenaria vicino alla cattedrale. Mio padre diceva che in quella chiesa la preghiera era particolarmente ardente perché non veniva formulata a parole».


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