GIUSEPPE FURNO

Conversazione

di

Livio Partiti

con

GIUSEPPE FURNO

"VETRO"

LONGANESI


 

Venezia, 1569. Mentre la Serenissima Repubblica
si sta preparando a un sanguinoso
conflitto con l’Impero Ottomano e l’Inquisizione
brucia migliaia di libri, l’esplosione
dell’Arsenale illumina la notte, ed è violentissima.
Intere contrade vengono rase al
suolo, lasciando morti e feriti. Tra i soccorritori
c’è Andrea Loredan, secondogenito
del Doge e avvocato de’ Prigioni, che si destreggia
in uno scenario di devastazione e
sofferenza destinato a cambiargli la vita.


Nel frattempo, un vecchio nuota fra le
fiamme che ardono sulla superficie della
laguna: ha una missione da compiere in nome
di chi ha amato. Riesce a salvarsi, solo
per essere subito arrestato dalle milizie veneziane.
Dice di essere un mercante turco
di tappeti, ma lui e un ragazzo di nome Gabriele
vengono gettati nelle Serenissime
prigioni. Le accuse sono di inusitata gravità
e la bellissima madre di Gabriele implora
Andrea di assumere la difesa del figlio.
Per difendere i due imputati, il giovane Loredan
si trova invischiato in una serie di misteriose
morti nel monastero della Celestia
e incappa in un oscuro messaggio cifrato: la
sua città, la città dei maestri vetrai, la città
della libera stampa e della cultura, rischia
di cambiare per sempre volto. In un rocambolesco
intrigo, che lo conduce fino a
Lepanto, nel cuore del conflitto che vede
contrapposte le armate navali della Croce
e della Mezzaluna, l’avventura di Andrea
diventa un’appassionata, epica e travolgente
battaglia in nome della libertà.

 

 
Giuseppe Furno vive a Roma, dove è nato.
Dopo varie esperienze lavorative come
operaio, custode di museo e marinaio, da
molti anni scrive sceneggiature per la radio,
il cinema e la televisione, firmando
episodi in serie di successo. Ha pubblicato
guide di viaggi a piedi e su treni a bassa velocità.

 

ascolta qui la conversazione

GIUSEPPE FURNO

 

così comincia:

"Tutto era accaduto nello spazio di un respirto, poco prima della mezzanotte. Di quell'attimo Andrea ricordava il lampo, la vibrazione, il boato, poi il vento, infine il calore e le fiamme.

Chissà perché, sulle prime, aveva attribuito l'esplosione alla fine della storia con Taddea. Probabilmente era stato il sonno a sposare due eventi che nulla avevano in comune, salvo un improvviso cambiamento".

 

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