Giovanni Lavia
“La proposta di lavoro”
Neos Edizioni
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Accettando la proposta di lavoro della XYZ Group, l’intelligentissimo e un tantino cinico Angelo s’imbarca in una vivacissima quanto grottesca avventura, costellata di prove e di colpi di scena, contro il drago dello sfruttamento aziendale: uno squallido insieme di velleità, assurdi meccanismi e dirigenti avidi e inetti, sotto il velo di una prestigiosa multinazionale.
Angelo Vinciguerra, neolaureato in Economia con il massimo dei voti, decide di rispondere al pretenzioso annuncio di una famosa azienda in cerca di una figura professionale eccellente.
Fin dal primo colloquio, il giovane intuisce che l’ambiente di lavoro è ambiguo e costellato di personaggi rampanti ed eccentrici, come il professore che lo accoglie con un originale test psicoattitudinale o il dottor Melodia, che organizza un corso di Alta Formazione presso il castello di Valsega, il presidente donnaiolo, detto l’Illuminato, e il dirigente dal nome impronunciabile… Presto, Angelo si accorge che in azienda vi è una sospetta mania di controllo sugli impiegati che nasconde qualcosa di più losco. Attraverso un sottile gioco d’astuzia, metterà allora in campo un’ingegnosa strategia sovversiva per far emergere la verità.
Uno stile ironico e una scrittura dissacrante restituiscono uno spietato dipinto del mondo aziendale e della sua, talvolta assurda, organizzazione, mettendo in luce un sistema imperfetto, governato da dirigenti scorretti incapaci.
… Il dottor Vinciguerra fu lasciato in compagnia delle domande più strane: se le rose gli piacessero di più azzurre o se avesse mai conosciuto il figlio della zia di sua cugina.
“Il figlio della zia di mia cugina? Ma chi è questo piffero?”.
Intanto guardava, immobile davanti a sé, la faccia di bronzo del fondatore, che pareva davvero lo stesse attentamente e severamente studiando… lo guardava dall’alto con occhi che, più li osservava, più gli parevano espressivi, specialmente quello di sinistra, che rifletteva in modo diverso la luce, come se questa battesse su qualcosa di rispecchiante.
“Bravo questo scultore, pare davvero che ti guardi… Ma chi diavolo sarà questo stramaledetto figlio di buona donna, figlio della zia? Dunque… ma che cretino che sono! Sono io!”.
Due colpetti di nocca lo interruppero sulla terzultima domanda e il professore entrò con un’aria leggermente più professionale, con un fascicolo sotto un braccio e uno strano strumento in mano.
«Non si spaventi… È solo un cronometro da tavolo, tipo quello che usano gli scacchisti, con la differenza che io non sono un suo rivale. Mi consideri invece un amico perché, mi creda, è proprio questo lo spirito che ha sempre animato i miei rapporti in azienda, al di là delle gerarchie, degli organigrammi, eccetera».
Giovanni Lavia è nato a Milano nel 1937 e vive a San Mauro Torinese. Svolge la propria attività di scrittore parallelamente ad attività di consulenza organizzativa a realtà industriali e finanziarie.
Il fratello, Gabriele Lavia, è una tra le figure più rappresentative del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni.
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