Giovanni Fontana
“Controcanti”
Molesini Editore Venezia
www.molesinieditore.it
Una giostra di suoni, scherzi e pensieri per dar voce al canto del mondo
Con un saggio di Barbara Meazzi
La scrittura di Fontana è sempre pre-testo, provoca-azione, «luogo da trasfigurare, primo territorio d’azione da ri-perimetrare, in termini di spazio e di tempo» (così afferma il poeta poliartista nell’esordio del suo Manifesto sulla poesia epigenetica). E anche se manca la performance, i pre-testi contenuti in questa raccolta si trasformano in avvolgente poesia: Controcanti è infatti una scatola sonora da cui scaturiscono immagini e suoni, inni e anagrammi, invocazioni e imprecazioni, scherzi e lazzi. Controcanti è il disegno melodico raffinato sovrastante o sottostante il suono di miele, quel conturbante canto delle sirene di là da venire, perché la performance è solo prefigurata. La parola poietica di Fontana è potentissima: i suoni – le voci – emergono densi dalle pagine-scatole sonore, colmano lo spazio fino alla soffocazione tanto è grande la loro «capacità espansiva»; le parole vanno a rivestire l’abisso – parafrasando Ripellino di cui sono citati, in epigrafe, due versi tratti dalla poesia Ma non si accorgono nemmeno – e tessono un ordito fitto, avvolgente come la nebbia.
Giovanni Fontana (Frosinone 1946) è un poliartista, ha esperienza di arti visive, architettura, teatro, musica, letteratura. I suoi poemi sonori sono proposti in centinaia di festival in Europa, in America e in Oriente. È il teorico della «poesia epigenetica». Ha pubblicato opere di fama internazionale spesso in forma multimediale. Il suo primo libro è il testo-partitura Radio/Dramma (1977). Tra i suoi saggi teorici ricordiamo La voce in movimento (2003) e Epigenetic Poetry (2020). Con opere verbo-visive ha preso parte a innumerevoli esposizioni, tra queste la Quadriennale di Roma (1986) e la Biennale di Venezia (2003, 2010). Ha scritto testi poetici per alcuni musicisti di rango, tra cui Ennio Morricone e Roman Vlad.
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