Gabriele Rizza
“Billy Wilder”
E’ il cinema, bellezza!
Edizioni Clichy
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A novant’anni dalla direzione del suo primo film e dal suo sbarco a Hollywood, un omaggio al sette volte premio Oscar sceneggiatore e regista di pellicole come Viale del tramonto, A qualcuno piace caldo e L’appartamento.
«Vado negli studios perché non posso sopportare il rumore dell’aspirapolvere di mia moglie e anche perché non riesco a trovare tre partner per il bridge o qualcuno per giocare a tennis. E lavoro anche per impedire a qualche falso talento di vincere degli Oscar»
L’austro-ungarico Billy Wilder, già giornalista fra Vienna e Berlino, soggettista e sceneggiatore nella Germania prehitleriana, stacca il biglietto per l’America nel 1934: il sogno hollywoodiano lo accoglie, e non sbaglia un colpo. I sette Premi Oscar in bacheca ne certificano la statura. Per Wilder lo stile è una questione di «touch» (come lo sarà per il collega Lubitsch), la classicità una rete di belle trame dove affondare lo sguardo, i generi una panoramica di incroci, sfumature e ombreggiature, dove calare le pedine di un gioco che conosce le regole ma dialetticamente le incrina. Le scheggia. Un gioco che profuma di libero arbitrio, inventiva, ironia, frescura, brillantezza, malinconia, trauma, farsa e tragedia, innocenza e cinismo, una dissolta emergenza della vita «proiettata» su una tavolozza che sfugge a qualsiasi organica sistemazione critica.
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Gabriele Rizza, giornalista, critico teatrale e cinematografico, Gabriele Rizza fa parte del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici e della giuria del Premio Ubu. Ha codiretto il Cineclub Spazio Uno e collaborato col Festival France Cinéma. Cura la sezione cinema del Maggio Musicale Fiorentino. Fa parte dello staff del Lucca Film Festival e del Festival Presente Italiano. Già direttore artistico del Festival Estate a Radicondoli e del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema. Scrive su «Il Tirreno» e «il manifesto».
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