Francesco Tronci
“L’età della rovina”
il ramo e la foglia edizioni
https://ilramoelafoglia.it
Legalità, responsabilità, rinnovamento, sono i dogmi folgoranti della nuova epoca: l’età della rovina. In un contorto e ossessivo susseguirsi di dibattiti, proteste e slogan di propaganda il Partito del progresso e il Partito della sicurezza si contendono il primato politico per porre fine alla sofferta crisi economica e garantire ai cittadini libertà, ricchezza e un avvenire fecondo. Si abbandonino, allora, le vecchie parole e si diffonda una lingua nuova che parli a ogni individuo di opportunità e di capacità e, soprattutto, lo recluti alle continue riforme, vero leitmotiv dell’azione politica.
Inebriati dalle promesse illusorie dei rispettivi schieramenti, i cittadini si sentono artefici di una poderosa rivoluzione che, guidata dalla bussola dei valori irrinunciabili, si farà carico anche del peso degli ultimi della nazione. Ma sono proprio gli ultimi a svelare il volto autentico dell’età della rovina: un palcoscenico di menzogneri e millantatori di benessere, una lotta pirotecnica all’ultima stoccata televisiva.
In fondo, i due partiti avversari si nutrono dello stesso nettare: la speranza sospesa e la rabbia che scaturisce dalla disillusione. È questa l’amara consapevolezza dell’aspirante, una di quelle voci che nessuno ascolta perché le sue parole sono ormai pezzi di una lingua sconosciuta. Così, in bilico tra rancore e frustrazione, tra desiderio di trovare un posto nel mondo e impossibilità di farcela con le proprie forze, l’aspirante e la sua famiglia si rassegnano alla condizione perenne di non poter permettersi un affitto, un lavoro, un patrimonio. Loro sono i senzacasa, i rei, gli sbagliati, oppressi e dimenticati da chi insegue la chimera di una lucente modernità. Per loro non c’è progresso, ma solo perdita, miseria e vergogna.
“L’età della rovina” offre il credo di una realtà livellata con parole seducenti. Per chi non crede è meglio rimanere in silenzio. Così è, così sarà.
«Le mancanze le ho chiamate attese, le speranze le ho chiamate possibilità. Ho falsato la mia lingua, non è bastato. Tanto valeva rivelarmi subito: pensassero i figli futuri alla loro felicità, non c’è futuro per me che conti quanto un presente da vendicare. È la vendetta la mia unica strada per il futuro, non posso che desiderare di vendicare un presente tanto indecente.»
Francesco Tronci è nato nel 1985 nel Salento orientale. Laureato in Relazioni Internazionali all’Università La Sapienza di Roma, coltiva un’irrimediabile passione per gli studi storici e la storia dell’arte. “L’età della rovina” è il suo primo romanzo.
IL POSTO DELLE PAROLE
Ascoltare fa Pensare
https://ilpostodelleparole.it