Dario Lorenzati “Natura e figura umana”

Natura e figura umana Natura e figura umana

Dario Lorenzati
“Natura e figura umana”
Dialoghi plastici contemporanei
Mostra d’arte a Barge dal 2 settembre al 28 ottobre

Il Comune di Barge e il Lions Club Barge-Bagnolo Piemonte – Cavour propongono un evento artistico di grande rilievo, il cui valore si inquadra in maniera efficace nel dibattito sociale e culturale odierno.

“Natura e figura umana – dialoghi plastici contemporanei”, questo è il titolo della mostra in programma dal 2 settembre al 28 ottobre, che ha il merito di portare due visioni plastiche diverse negli spazi restaurati e riqualificati a luogo espositivo dell’ex Officina Ferroviaria. Un vero laboratorio visivo, in cui le opere scultoree beneficiano di una tridimensionalità articolata e moderna, organizzata su tre livelli,custodita in maniera accurata dalla recente opera di restauro, in armonia con le caratteristiche originarie, la natura circostante e la nuova destinazione funzionale.

Gli opposti mondi di Giovanni Tamburelli e Michelangelo Tallone
Il punto di partenza della ricerca visiva per Michelangelo Tallone e Giovanni Tamburelli è medesimo: la mater natura vista come una realtà indipendente da ogni precostituita poetica e una familiarità lavorativa affine. Gli itinerari percorsi sono però, radicalmente opposti.

Entrambi alla ricerca del «tempo puro». Entrambi necessari nell’arte contemporanea.

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Il mondo fantastico di Tamburelli
Nella sua ricerca estetica, Giovanni Tamburelli ha trovato uno spazio temporale in cui l’universo delle immagini aveva inizio, dove non c’era distinzione fra il bello e il brutto. Le sue forme ancora primeefantastiche vivono luoghi temporali dove ogni possibilità di giudizio commisurabileè preclusa. Come accade con la poesia. E non è un caso che Giovanni sia anche poeta.
Il suo è un tempo in prossimità di ciò che è stata l’origine, momento in cui anche la forma umana, qui appena distinta nella sintesi femminile ancora ingabbiata, appare impegnata in uno slancio vitale liberatorio.

Volge lo sguardo altrove, si diverte conevidente ironia. Null’altro che un’adesione incorrotta e nostalgica ai temi della naturanaturans, padrona in eterno del proprio destino. Osserviamo le sue forme colorate, fantastiche e ludiche, poste su esili profilati: non significano, segnalano. Rendono visibile un mondo dai ritmi naturali, inviolati e sorridenti.Qui l’arte assume l’espressione poetica di un’esistenza limpida e incontaminata, in cui solo al sentimento creativo è permesso il disvelamento della verità. Opposto alla frenesia innaturalmente distruttiva del tempo contemporaneo. E non è poca cosa.

La realtà profonda di Tallone
Per Michelangelo Tallone, viceversa,materia e storia sono un binomio inscindibile: attinge dall’antico la tradizione etrusca del bucchero, mostrando con forza l’essenza della materia.La indaga sino a disvelarne, ai limiti del magico, le più segrete palpitazioni archetipe: è in quel nero, nel «regno delle Madri» che l’artista porta alla luce le forme elementari costitutive da cui hanno origine tutti i fenomeni del mondo.

La sua esperienza estetica passa di grado: sottopone alla nostra attenzione la verità del segno mediante la lavorazione tribolata dell’acciaio.
La tecnica è progressiva e virtuosa: il riscatto che solo l’arte può offrire all’uomo contemporaneo, unico, non omologato. Fondamentale per una coscienza libera e moderna.

Cerca nella natura il suo essere matrice. Lo dimostrano la chiarezza dei volumi e il rigore formale delle figure femminili.

Nell’astrazione lineare e chiara dell’acciaio comunica l’unicità dell’uomo, intimorito dallo scientismo contemporaneo incapace di risolvere i problemi essenziali della vita. La concezione dell’arte come esperienza vissuta diventa, per Michelangelo Tallone, un paradigma nei confronti del bene e del male. Un modello di riferimento.


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