Claudio Pozzani
“Poetry in sDreaming”
La forza della poesia ai tempi del coronavirus:
il Festival Internazionale di Poesia di Genova lancia “Poetry in sDreaming”
Claudio Pozzani “Poetry in sDreaming”
La forza della parola per andare oltre paure, incertezze e isolamento causate dall’emergenza coronavirus, sfruttando l’efficacia dei social. Il mondo della cultura e della poesia hanno deciso di riunirsi, anche se solo virtualmente, per lanciare un messaggio forte in un periodo molto complicato per l’Italia, Genova e la Liguria.
E l’appello è partito proprio da Genova, dove il Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” e il suo direttore artistico Claudio Pozzani hanno lanciato il progetto “Poetry in sDreaming”. Un’idea che inizialmente era nata come anteprima al 26esimo Festival Internazionale di Poesia, in programma a Genova dal 5 al 14 giugno 2020, ma che in questo momento di tempo sospeso e rapporti rarefatti diventa quanto mai importante e simbolica.
“Stiamo invitando poeti da tutto il mondo a mandarci un loro video in cui recitano una poesia – spiega Claudio Pozzani, direttore del Festival – Con questa iniziativa vogliamo ribadire l’importanza di questa forma d’arte come veicolo di emozioni e conoscenza, come dialogo tra culture, come ricerca costante di nuovi mondi possibili”. E così l’appuntamento è sulla pagina Facebook “Parole Spalancate”, con letture di poeti da tutto il mondo che verranno proposte ogni lunedì e venerdì mattina alle 9, a partire da venerdì 13 marzo.
Sono state già molte le adesioni ricevute da poeti e artisti italiani e internazionali: tra i primi Paolo Ruffilli, José Pulido, Roberto Mussapi, Milo De Angelis, Fabio Scotto, Enzo Minareti e Dato Magradze.
Claudio Pozzani
“Spalancati spazi. Poesie (1995 – 2006)
Passigli Editore
www.passiglieditori.it
«…Ho scritto, quando compì cinquant’anni, “Claudio Pozzani da oggi sarà un cinquantenne ma resta quello che è: un bel ragazzo. Che ama la poesia, l’avventura, la vita. Che vive la vita e fa vita”. Pozzani è poeta. L’ho incluso in una mia antologia di poesia e teatro, “Bona vox”, che fa suonare tra poesia e teatro voci nuove o note ma innovative, Bortolussi, Rafanelli, Morasso, Pagni: la poesia torna in scena. Pozzani danza sulla pagina con il ritmo della sua voce da poeta blues, canta narrando, sincopando, assolutamente non rapper: è un trovatore dell’età del rock. Incontenibile sulla scena, la sua poesia vive anche, in pieno, sulla pagina, la fa muovere, la fa tornare viva, frusciante. (…) Le composizioni lunghe sono per certi versi le più originali, si tratta di veri monologhi in versi, in cui la voce non è attesa per la recita, ma colei che detta e scrive le parole. (…) Mentre le poesie brevi, pur non scostandosi dalla cifra ritmico fonica dell’autore (mai una parola priva di senso, a differenza di chi, cercando la fonè, spesso dimentica parola e senso, quindi la necessità stessa da cui nasce la poesia), mostrano il mondo di Pozzani, cosmologico, ma anche liricamente vissuto..»
(Dalla prefazione di Roberto Mussapi)
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