Barbara Teresi
Premio Mario Lattes per la Traduzione
fondazionebottarilattes.it
«Il traduttore letterario è colui che mette in gioco tutto se stesso per tradurre l’intraducibile».
Italo Calvino
Barbara Teresi “Una piccola morte”
È dedicata alla letteratura in lingua araba tradotta in italiano la prima edizione del Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, promosso dalla Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con l’Associazione Castello di Perno. Cinque sono le finaliste selezionate dalla Giuria stabile del Premio: Maria Avino, traduttrice di Morire è un mestiere difficile del siriano Khaled Khalifa (Bompiani, 2019); Samuela Pagani, traduttrice di Corriere di notte della libanese Hoda Barakat (La nave di Teseo, 2019); Nadia Rocchetti, traduttrice di Viaggio contro il tempo della libanese Emily Nasrallah (Jouvence, 2018); Monica Ruocco, traduttrice di Il suonatore di nuvole dell’iracheno Ali Bader (Argo, 2017); Barbara Teresi, traduttrice di Una piccola morte del saudita Mohamed Hasan Alwan (E/o, 2019).
La cerimonia premiazione si svolgerà sabato 18 luglio 2020 alle ore 18 nel giardino del Castello di Perno (Cn) nel cuore delle Langhe, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. In questa occasione l’orientalista Fabrizio Pennacchietti terrà la lectio magistralis L’arabo letterario moderno può dirsi una lingua “europea”?. L’appuntamento che decreterà la vincitrice tra le cinque finaliste in gara sarà condotto dalla giornalista e saggista Paola Caridi, studiosa di Medio Oriente e Nord Africa, e vedrà la partecipazione dei giurati del Premio: Anna Battaglia, Melita Cataldi, Mario Marchetti, lo stesso Fabrizio Pennacchietti, Antonietta Pastore (membri della Giuria stabile) e Isabella Camera d’Afflitto, Manuela E.B. Giolfo, Claudia Maria Tresso (membri della Giuria specialistica).
“Una piccola morte”
Mohamed Hasan Alwan
traduzione di Barbara Teresi
e/o edizioni
edizionieo.it
Tradotto in più di dieci paesi, Una piccola morte, biografia romanzata di uno dei padri del sufismo (la corrente mistica dell’Islam), è un romanzo storico, d’avventura, di viaggio e d’amore, che restituisce un’immagine del santo sufi ripulita dall’alone di leggenda: Ibn ‘Arabi uomo in carne e ossa, che si sposa e divorzia, che piange e ride, che viaggia alla ricerca del senso della vita. Il titolo si riferisce proprio a un detto di Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi: «L’amore è una piccola morte».
In questo ambizioso romanzo, Mohamed Hasan Alwan ci conduce in un’epoca lontana, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, ricostruendo passo dopo passo e con dovizia di particolari la vita del “sommo maestro” Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi, uno dei più grandi sheikh sufi di tutti i tempi, filosofo, mistico e poeta la cui opera ha influenzato molti intellettuali e mistici tanto in Oriente quanto in Occidente (secondo alcuni studiosi avrebbe influenzato, seppur indirettamente, anche Dante Alighieri e San Giovanni della Croce). In apertura del romanzo, Alwan immagina Ibn ‘Arabi, in eremitaggio su una montagna in Azerbaigian, intento a scrivere la propria autobiografia. Le pagine che seguono ripercorrono, sotto forma di narrazione in prima persona, l’intera vita del mistico musulmano, sempre legata a doppio filo agli eventi storici e politici dell’epoca, che hanno influito, spesso in modo diretto, sul suo vissuto quotidiano e sul suo percorso esistenziale.
Mohamed Hasan Alwan, nato a Riad nel 1979, è un romanziere e saggista saudita. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Marketing internazionale presso la Carleton University in Canada. Considerato tra i giovani autori più promettenti nel panorama della narrativa araba contemporanea, nel 2015 ha vinto il Prix de la littérature arabe dell’Institut du monde arabe di Parigi. Nel 2017 ha vinto con Una piccola morte l’International Prize for Arabic Fiction, il più prestigioso premio letterario dedicato alla letteratura di lingua araba.
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