Augusto Romano “La memoria interrotta”

Augusto Romano. La memoria interrotta. Manni Editori

Augusto Romano
“La memoria interrotta”
Manni Editori

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Quella di Augusto Romano è una poesia che si nutre di scarti: gli scarti della vita quotidiana, il non detto e l’indicibile, l’informe che l’esistenza diurna relega nei ripostigli della notte, ciò che non si può mostrare se non per accenni, segni equivoci, melodie interrotte. 
Sono versi che si aggirano attorno a temi comuni – sesso, amore, tempo, perdita – e mescolano stupore, malinconia, furia, qualche paralitica estasi e ironia.
Ne risulta un costante combattimento con le parole, un labirinto inconcluso, che si disfa già mentre viene disegnato.

“Avrei voluto scrivere poesie che parlassero
delle onde della mormorante risacca
della loro civetteria e del mare
dell’apparenza mutevole e
dell’essenziale monotonia:
quindi dell’Uno immobile del Due
che ci trastulla e noi trastulliamo.
Ma avrei dovuto abolire gli aggettivi
i congiuntivi e i condizionali
e ho visto le maschere del mare sorridere
tristi e impassibili
e me che invocavo il silenzio
conservando dei vocativi l’equivoco privilegio.”

Augusto Romano, nato nel 1934 a Bari, vive e lavora a Torino.
Psicoanalista di orientamento junghiano, è socio ordinario della IAAP (International Association for Analytical Psychology) e analista didatta dell’AIPA (Associazione Italiana di Psicologia Analitica).
È stato docente di Fondamenti di psicologia analitica all’Università di Torino e ha pubblicato numerosi saggi con Aragno, Bollati Boringhieri, Bompiani, Marsilio, Moretti & Vitali, Raffaello Cortina.


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