Alessandro Iannace
“Storia della Terra”
Laterza Editori
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Una storia della Terra che racconta le rocce, i terremoti, gli uomini che li hanno studiati, le scoperte, i miti e i sogni. Ma anche e soprattutto le grandi domande che ci siamo posti osservando le meraviglie e i fenomeni terrificanti di questo nostro pianeta. Per restituire, pagina dopo pagina, almeno un po’ di quello stupore che proviamo di fronte ad albe e tramonti, mari e montagne.
Una palla infuocata si è trasformata in milioni di anni in ciò che noi chiamiamo Terra: un agglomerato di rocce sufficientemente solido da ospitare i vasti oceani della nostra ‘arancia blu’ e grandi continenti in perpetuo movimento. Un ambiente dove la vita ha prosperato, e continua a farlo nonostante tutto e tutti. Eppure di questo spazio, su cui poggiamo i piedi tutti i giorni e che ci nutre, spesso sappiamo pochissimo. In questo libro, allora, ci muoveremo attraverso i luoghi dove è possibile comprendere la storia della Terra e i profondi legami che essa ha con la storia della vita: dalle tenui tracce della sua origine, più di tre miliardi di anni fa, fino alle prove della coevoluzione del pianeta con il mondo vivente. Andremo alla scoperta di alcuni dei suoi luoghi più incredibili, dalla fossa delle Marianne alla cima dell’Everest, passando per le miniere del Sudafrica e le scogliere coralline tropicali. Il nostro sarà anche un viaggio nel tempo, perché è impossibile raccontare la storia della Terra tralasciando le storie dei protagonisti della sua esplorazione, dalle prime intuizioni sulla sua forma fino alle recenti esplorazioni dei fondali oceanici. Una storia della Terra che propone un approccio globale alla comprensione del pianeta e della sua fisiologia, una dimensione culturale oggi più che mai necessaria.
“Storia della Terra” è stato finalista al Premio Gambrinus Mazzotti 2023 e ha ricevuto il premio della direzione artistica del Premio Letterario della Maiella.
Alessandro Iannace è professore di Geologia stratigrafica all’Università Federico II di Napoli. Ha studiato tra Napoli e Parigi e si è occupato prevalentemente di ricerche sulle rocce sedimentarie di tipo biochimico, del loro significato per consentire ricostruzioni della paleogeografia e del paleoclima – soprattutto per il Periodo Triassico dell’Italia e dell’area mediterranea – ma anche del loro ruolo come contenitori di risorse metalliche e di idrocarburi in aree come la Sardegna, la Basilicata, la Grecia e l’Iran. Parte delle sue ricerche più recenti è dedicata all’analisi dello sviluppo storico dei fondamenti epistemologici della geologia.
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