Leopoldina Pallotta della Torre
“Non è per snob”
Lezioni di bon ton per un mondo più gentile
Mondadori Editore
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Molte persone, leggendo in copertina la parola «bon ton», si domanderanno che senso abbia nel nostro mondo moderno, tecnologico e globalizzato parlare ancora di etichetta. Ne ha eccome, non solo perché la buona educazione non passa mai di moda, ma anche perché le maniere, lungi dall’essere un vuoto insieme di regole fine a se stesse, sono uno strumento potente per «insegnare alle persone come comportarsi bene con il prossimo, istruendole nella gentilezza e nell’altruismo, con l’idea di poter così edificare un mondo migliore».
Basta indagare un po’ nella storia per capire che le buone maniere non sono mai state un rituale superficiale per aristocratici d’antan o, come dicono alcuni, «roba da snob». Al contrario, il vero snob non ha buone maniere, perché esse impongono prima di tutto di accogliere il prossimo e metterlo a suo agio. Ogni società in ogni epoca ha dovuto insegnare ai suoi cittadini il modo in cui comportarsi correttamente; da che mondo è mondo, il bon ton è sempre stato uno strumento prezioso per rapportarsi agli altri e vincere la nostra ansia sociale. Inoltre, come dice la guru dell’etichetta Emily Post, le maniere fanno parte della nostra personalità e dunque contribuiscono a definirla. Essere beneducati ci rende più eleganti, più altruisti e, di conseguenza, più graditi agli altri.
Con queste premesse Leopoldina Pallotta della Torre ci introduce nel magico e sofisticato mondo del bon ton, soffermandosi su aneddoti e fatti storici, dall’antichità fino ai nostri giorni, e regalandoci trucchi preziosi per saperci comportare in ogni occasione. Dai saluti alla tavola, dal dress code all’ospitalità, seguendo i precetti di paladine delle maniere come Irene Brin e l’attualissima Sara Jane Ho, ci insegna l’arte dell’eleganza e della gentilezza. Non solo, in una società sempre più globale e aperta allo scambio tra culture diverse, è importante conoscere anche gli usi e costumi di paesi lontani, che a volte possono essere persino opposti ai nostri. Immancabile poi, per nativi e immigrati digitali, la parte conclusiva sulla netiquette, per essere cortesi anche mentre si naviga sul web.
Leopoldina Pallotta della Torre ha collaborato fin da giovane con «la Repubblica», «La Stampa», «Panorama» e «Amica», specializzandosi in giornalismo culturale e di costume. Negli anni Novanta si è trasferita in Germania dove ha lavorato prima come drammaturga al Berliner Ensemble, lo storico teatro di Bertolt Brecht, poi come assistente personale del regista tedesco Peter Zadek. Nel 1989 ha pubblicato La passione sospesa, un libro di dialoghi con Marguerite Duras, poi tradotto in tredici lingue, da cui è stata tratta una pièce con Fanny Ardant. Ha pubblicato inoltre un romanzo, Non essere triste (2000). Oggi vive in Lucchesia con il marito tedesco e le tre figlie. Quanto alla maniere, le frequenta da sempre.
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