Guido Conti
“Quando il cielo era il mare e le nuvole balene”
Giunti Editore
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“Vedi dove cresce l’erba?» Con la mano aperta accarezzò la terra dura e poi la picchiò con un pugno. «Questo una volta era il fondo del mare e le balene volavano in cielo dove oggi corrono le nuvole!» diceva guardando verso l’alto, mentre le nuvole leggere stavano immobili nell’azzurro.»”
Un romanzo tra guerra e pace, realistico e fantastico, poetico e fluviale, come il Po che bagna una terra avventurosa.
Che la pianura fosse il fondo del mare è una favola affascinante per Bruno, un bambino che vive in una grande corte a ridosso dell’argine del fiume Po con nonno Ercole, socialista, che racconta storie meravigliose, e nonna Ida, che guarisce le storte e scaccia i demoni dai cani. Bruno cresce incantato dalle storie che vive e sente raccontare: qui c’è il suo amico Millemosche che riceve da un angelo, in chiesa, il dono di curare i cavalli, qui conosce la tragica avventura di Vera e l’amara esperienza del Peppo che gli narra com’è diventato cieco durante la prima guerra mondiale.
Poi un giorno, in mezzo ai campi, appare un uomo che arriva a piedi con una valigia: è l’Americano, il padre assente, l’eroe ambiguo che segnerà per sempre la sua adolescenza. Bruno vive tra stupori e fascinazioni, immerso in una natura spesso crudele, dove gli animali sono messaggeri di gioie e disgrazie. Tra le magiche nebbie del Po conosce anche Laura, una ragazzina sveglia e intraprendente con cui vivrà l’esperienza della guerra, l’arrivo dei tedeschi lungo il Po, i primi incanti di un sentimento che non sa ancora definire e poi lo sfollamento e il trauma della separazione. Nel dopoguerra Bruno, diventato grande, tornerà a cercare i ricordi di un’infanzia vissuta intensamente tra sogni e immaginazioni, e incontrerà una donna, Betty, affascinante e seducente, che lo metterà di fronte a tante verità difficili da accettare.
Un romanzo di formazione e vocazione, intenso, scritto con una lingua energica e lirica allo stesso tempo, che affonda le sue radici in quel realismo magico emiliano che, fin dall’esordio, ha nutrito e dato corpo e anima alla narrativa di Guido Conti.
Guido Conti è nato a Parma. Scoperto da Pier Vittorio Tondelli, ha pubblicato i primi racconti Il coccodrillo sull’altare (Guanda 1998, Premio Chiara). Tra i suoi romanzi, I cieli di vetro (Guanda 1999, Premio Selezione Campiello), Il tramonto sulla pianura (Guanda 2005), e Le mille bocche della nostra sete (Mondadori, 2010). Il grande fiume Po (Mondadori 2012) è un viaggio alle radici della storia e della cultura della sua terra. Da sempre appassionato studioso dell’opera zavattiniana, ha curato la raccolta degli scritti giovanili di Cesare Zavattini, Dite la vostra (Guanda 2002) e Giovannino Guareschi, biografia di uno scrittore, (Rizzoli 2008, Premio Hemingway per la critica). Per i bambini ha scritto e illustrato Il volo felice della cicogna Nilou (Rizzoli 2014), Nilou e i giorni meravigliosi dell’Africa (Rizzoli 2015) e Nilou e le avventure del coraggioso Hadì (Libreria Ticinum 2018). Ha raccolto le sue lezioni sulla lettura e la scrittura nel volume Imparare a scrivere con i grandi (Bur Rizzoli 201).
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