Fuani Marino
“Svegliami a mezzanotte”
Einaudi Editore
www.einaudi.it
«E poi sono caduta, ma non sono morta». Una giovane donna, da poco diventata madre, decide di togliersi la vita gettandosi dall’ultimo piano di una palazzina. Perché l’ha fatto? Non lo sappiamo. E forse, in quel momento, non lo sa nemmeno lei. Ma quel tentativo di suicidio non ha avuto successo e oggi, quella giovane donna, vuole capire. Fuani Marino decide di usare gli strumenti della letteratura per ricostruire una storia vera, la propria. Svegliami a mezzanotte è un libro incandescente: una storia di luce scritta da chi ha attraversato la notte.
Un tardo pomeriggio di luglio in un’anonima località di villeggiatura, dopo una giornata passata al mare, una giovane donna, da poco diventata madre, sale all’ultimo piano di una palazzina. Non guarda giú. Si appoggia al davanzale e si getta nel vuoto. Perché l’ha fatto, perché…
«Svegliami a mezzanotte non è soltanto un libro sulla depressione, sul disturbo bipolare o sul suicidio: è, prima di tutto, un grande libro.
Il 26 Luglio 2012, quattro mesi dopo aver avuto la sua prima ed unica figlia, Fuani Marino si è buttata dal quarto piano di una palazzina, è volata dall’alto «come un sacco nero» sul marciapiede di una stradina di Pescara.
Dopo mesi di ricovero, interventi chirurgici, anni di terapia e cure farmacologiche, decide di raccontarsi; voleva andarsene senza lasciare una riga, ora vede nella scrittura un’opportunità e un dovere. Scrive per liberarsi, per fare i conti con il dolore causato alla famiglia, perché la storia della sua depressione possa servire ad altri.
«Un libro prezioso che tratta del tema del suicidio da una prospettiva originale: dalla parte del suicida […] Scrivere un libro non serve a curare se stessi, serve piuttosto a dare voce a ciò che normalmente non può essere pronunciato. Scrivere un libro ha senso solo se si esprime l’indicibile. Svegliami a mezzanotte fa esattamente questo. Ci dice che si arriva ad accettare il tentato suicidio senza riuscire ancora ad accettare se stessi. Vale a dire: si accoglie il fatto di aver tentato il suicidio, rimandando al contempo la comprensione dell’essere umano che si è» (Andrea Pomella, «Doppiozero»).
La ricerca di segni premonitori parte dal suo nome, che le imponeva di dare spiegazioni sulla sua origine, ricorda il disordine della sua casa, la percezione delle tensioni coniugali, la sua tendenza a mettersi nei guai. Alla ricerca di sé ripercorre gli anni del Liceo, dell’Università a Napoli… il primo amore, il matrimonio, la maternità. Ma la vera domanda è come sia arrivata lassù, per poi lanciarsi nel vuoto: «Io non ho trovato una risposta al perché del mio gesto, ogni suicidio rimane un mistero individuale, come un mistero sono le persone […] Non era tristezza, che è un sentimento con cui si può convivere, era totale mancanza di senso, lo scollamento del rispetto agli altri, a me stessa, al mondo», confessa l’autrice a Alessandra Sarchi su «la Lettura – Corriere della Sera».
Fuani è consapevole di quanto sia difficile capire la propria vita, le cause genetiche e ambientali della sua malattia. «È soprattutto lo stile della scrittura a rendere questo memoir qualcosa di più simile al romanzo che al saggio, un’esperienza di lettura profonda e coinvolgente […] Svegliami a mezzanotte è soprattutto un libro sull’opportunità di scrivere un libro come questo. In questo senso non è soltanto un libro sulla depressione, sul disturbo bipolare o sul suicidio: è, prima di tutto, un grande libro sulla letteratura» (Raffaele Alberto Ventura, «Tuttolibri – La Stampa»).
Fuani Marino è nata a Napoli nel 1980. Dopo gli studi in psicologia, è diventata giornalista collaborando a lungo con il «Corriere del Mezzogiorno ». Nel 2017 ha pubblicato il romanzo Il panorama alle spalle (Scatole Parlanti). Suoi articoli e racconti sono usciti su «Rivista Studio», «il Tascabile» e altre riviste. Per Einaudi ha pubblicato Svegliami a mezzanotte (2019).
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