Francesco Micca “I diari del guardaparco”

Francesco Micca Francesco Micca. I diari di un guardaparco. Faber Teater. Isao Festival

Francesco Micca
“I diari del guardaparco”
Faber Teater
ISAO Festival
Cumiana, Domenica 8 ottobre 2017, ore 15.30
con Francesco Micca e Lodovico Borgogno

I diari sono annotazioni dei guardiaparco su tutto ciò che accade nel Parco Nazionale del Gran Paradiso e nascono da un’intuizione di un direttore moderno e innovatore: Renzo Videsott.
Trentino, alpinista e veterinario, Videsott prende in mano il Parco del Gran Paradiso nel 1944, quando è ormai allo sbando dopo dieci anni di “gestione” della Milizia forestale fascista. In quei dieci anni è stato abbandonato, utilizzato per cacce private di gerarchi fascisti, lasciato ai bracconieri. Gli stambecchi sono passati da 3865 a 415. Renzo Videsott si impegna per venticinque anni a ricostruire questo Parco e si circonda di guardiaparco del posto, validi, motivati, appassionati e che lavorano per molti anni in situazioni difficilissime. Per tenere sotto controllo il Parco, ma anche per far crescere le loro competenze naturalistiche, Videsott spinge i suoi collaboratori a tenere un diario giornaliero. Andando a ripercorrerli abbiamo la possibilità di avere davanti agli occhi ciò che loro vedevano. Nessuno di quei guardiaparco aveva studiato a lungo, leggevano e scrivevano a volte con fatica, eppure ci troviamo di fronte a testimonianze di grandissima sensibilità e stupore al cospetto della meraviglia della natura.

Camminando in luoghi naturali particolarmente significativi (boschi, parchi, montagne…) leggiamo alcuni brani di questi diari che raccontano di animali, di natura, ma anche della durezza di quel lavoro, della lotta ai bracconieri, di piccoli momenti di riflessione sulla vita e le sue stagioni…

Uno spettacolo-lettura-camminata estremamente agile, capace ogni volta di adattarsi alle caratteristiche e alle esigenze dei luoghi e dei sentieri scelti.

” In fondovalle c’è grande nebbia. A vedere dall’alto, è strano. C’è un sacco di sbuffi. Ci dà l’impressione come se fosse un’onda del mare quando è battuta dal vento. Così almeno mi dice il mio collega, perchè io il mare non l’ho mai visto.”

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