Emanuele Altissimo
“Luce rubata al giorno”
Bompiani
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Questa è la storia di due fratelli e dell’estate che segna per sempre le loro esistenze. Diego, Olmo e il nonno sono in montagna, nella baita comprata dai genitori prima di morire. La speranza è che quei luoghi portino serenità nell’animo di Diego, il fratello maggiore, eternamente irrequieto. Ma appena si alza il vento le seggiovie tremano e le nubi proiettano sui valloni ombre profonde. Solo Olmo capisce che Diego sta scivolando in un universo dove non si può raggiungerlo, un delirio che sembra crescere fino a toccare il cielo. E darebbe tutto ciò che ha per salvarlo. In ingegneria si parla di tensione ammissibile: il punto massimo di sforzo a cui si può sottoporre un edificio prima che collassi. L’Empire State Building, per esempio, sopravvisse all’urto di un Bomber B-25. Giorno dopo giorno, Olmo costruisce proprio il modellino dell’Empire State: con infinita pazienza, consapevole che la forza dell’edificio sta nella posa di ogni singolo mattoncino. Ma qual è la tensione ammissibile per una famiglia, per l’amore che tiene insieme le persone? “I miei personaggi li ho immaginati come dei giganti” ha scritto l’autore. “Diego è un gigante incapace di farsi bastare il suo mondo, che sogna di scalare le montagne e prendersi il cielo. Ma soprattutto lo sono Olmo e il nonno. Giganti sono coloro che guardano in faccia il dolore senza più scuse. Che accettano dolori per i quali non c’è consolazione.” Alla sua prima prova, Emanuele Altissimo scrive un romanzo scabro eppure carico di emozione, e mette in scena personaggi in lentissima caduta libera, come fiocchi di neve. Il vento, le radure, il profilo fiero di un daino, l’aria sottile delle vette: tutto in queste pagine è vasto e misterioso come l’animo umano, capace di salvare una scheggia di luce anche nella notte più buia.
Emanuele Altissimo è nato nel 1987 a Torino, dove si è laureato con una tesi su David Foster Wallace e ha frequentato il biennio di scrittura creativa della Scuola Holden. Questo è il suo romanzo d’esordio.
“Luce rubata al giorno”
Romanzo candidato al Premio Strega 2019.
Ecco la motivazione del romanzo, proposto da Roberto Ippolito
«Le parole sono quelle giuste, non una di più. Le frasi sono pulite, ma idonee per trasmettere una forte intensità emotiva. La scrittura di Emanuele Altissimo, contemporaneamente agile e sostanziosa, fa scivolare il lettore tra il dolore e la follia, tra la capacità di affrontare la vita e l’incapacità dei protagonisti di Luce rubata al giorno di darle un senso. Il punto di partenza della sofferenza e quindi del racconto è subito chiaro: il doppio lutto di due fratelli di 13 e 21 anni, che hanno perso il padre e la madre in un incidente stradale e vivono con il nonno. Eppure non si sa mai cosa sta per accadere ovvero dove l’autore sta portando. Né ci si accorge che dietro la storia c’è l’autore, che firma la sua opera prima rivelatrice di un talento narrativo senza dubbio meritevole.»
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