Edoardo Sanguineti
Oggi, 9 dicembre, ricorre l’anniversario della nascita (1930) di Edoardo Sanguineti, scomparso il 18 maggio 2010.
“Il posto delle parole” ripropone una conversazione con il poeta in occasione della pubblicazione del libro “Ritratto del Novecento” Manni Editori.
Registrazione 2009
Edoardo Sanguineti offre, in questo “Ritratto del Novecento”, uno spiazzante, sorprendente reportage del secolo appena trascorso. In sessantotto tessere numerate, ‘fiches’ di un caleidoscopico giuoco dell’oca, vengono a stiparsi cento interpreti della letteratura e del cinema, della musica e delle arti figurative, del teatro e della scienza, dell’architettura e della filosofia, in un montaggio libero e ludico, vertiginoso e aleatorio. Uno spartito per una esecuzione polifonica e multimediale, realizzata nella Sala Borsa di Bologna per iniziativa di Angelo Guglielmi e con la messa in opera di Giuseppe Bertolucci e Luisa Grosso. Il lettore potrà ora eseguirlo da sé, immergendosi nel labirinto ipertestuale, spazio di rovesciamenti e agnizioni che del secolo breve, ma per Sanguineti interminato e interminabile, rinviano, come in un composito puzzle, tutta la complessità, le interferenze, gli attriti.
L’originale mosaico di Sanguineti, di Chiara Affronte
Il terzo millennio era cominciato da cinque anni quando Angelo Guglielmi, Assessore alla Cultura, decise di chiedere ad Edoardo Sanguineti di fare il punto sul secolo concluso, Il Novecento “che mi sembra si stia trascinando stancamente anche per questi primi anni del 2000”. Così scriveva Guglielmi l’11 febbraio 2005 al poeta.
Oggi, il Ritratto del Novecento che ha portato nella piazza coperta di Sala Borsa moltissimi spettatori, è diventato un libro, edito da Manni e curato da Niva Lorenzini.Una pubblicazione nuova, proprio per tipologia. “Abbiamo raccolto tute le tessere che Sanguineti inviava con un ritmo frenetico”, racconta Lorenzini, una delle anime del progetto. “Guglielmi gli chiese di fare un suo punto sul Novecento ma nessuno si sarebbe mai aspettato che Sanguineti ci avrebbe inviato una quantità straordinaria di materiali che spaziavano in tutte le discipline – dalla letteratura, alla musica, alla scienza al cinema e all’arte – e che lui ci segnalava con precisione estrema”.
Il sacro furore
Sanguineti fu preso dal “sacro furore”: questo progetto lo entusiasmò tanto da fargli passare notti intere a lavorarvi, “a metà tra il rigore del filologo e il delirio di chi è coinvolto nottetempo”. “Ci inviava le tessere in cui segnalava tutto: prendete il tal film da lì a lì, il tal saggio alle pagine tot.” Costruì un mosaico multimediale di grande valore, fatto di passi letti dagli attori nelle serate, di immagini di quadri proiettate, di musica suonata: “Anche in questo campo Sanguineti si è rivelato davvero competente: ci chiedeva brani realizzati in una precisa registrazione…”
Adesso chiunque potrà ripercorrere questo mosaico, come in un “giuoco dell’oca”. Aprire il libro e cominciare a leggere a caso. Perché non c’è cronologia. Il fil rouge è il racconto di Sanguineti ha voluto costruire di un secolo intero. L’auspicio è arrivare prossimamente ad un’altra pubblicazione, in cui aggiungere alle tessere anche gli altri stralci da cui sono state ricavate le indicazioni. “Un lavoro immane in cui è difficile capire di chi sono i diritti d’autore, ma sarebbe bello riuscirci – osserva Lorenzini –. “La Cineteca ha tutto: materiali, montaggio. Sanguineti vorrebbe che vedesse la luce anche questa ulteriore opera.”
Edoardo Sanguineti – Scrittore e critico italiano (Genova 1930 – ivi 2010); prof. di letteratura italiana nelle univ. di Torino e Salerno, dal 1974 al 2000 ha insegnato nell’univ. di Genova di cui è stato prof. emerito; deputato dal 1979 al 1983. Antesignano e quindi esponente di spicco della neoavanguardia, è stato tra i 5 poeti presenti nell’antologia curata da A. Giuliani I novissimi (1961) e tra i fondatori del Gruppo 63. Risalgono a questo periodo opere arditamente sperimentali come le poesie di Laborintus (1956), Erotopaegnia (1960), Purgatorio de l’Inferno (1963), T.A.T. (1968), i romanzi Capriccio italiano (1963), Il giuoco dell’oca (1967), Il giuoco del Satyricon (1970), nonché gli scritti in cui S. si impegnò a rintracciare i precedenti primonovecenteschi della neoavanguardia e a rivendicare il valore politico dell’eversione linguistica e letteraria (Tra liberty e crepuscolarismo, 1961; Ideologia e linguaggio, 1965; Guido Gozzano. Indagini e letture, 1966), giungendo a rileggere in questa prospettiva l’intero Novecento poetico italiano con l’antologia Poesia del Novecento (1969). In seguito ha affiancato alla ricerca poetica (Wirrwarr, 1974; Postkarten, 1978; Stracciafoglio, 1980; Alfabeto apocalittico, 1984; Bisbidis, 1987; Senzatitolo, 1992; Quattro baiku, 1995; Sulphitarie, 1999; Omaggio a Goethe, 2003; Mikrokosmos, 2004) un’estrosa produzione giornalistica, raccolta in diversi volumi tra cui Giornalino 1973-1975 (1976) e Gazzettini (1993). Della sua opera di studioso sono anche da ricordare Interpretazione di Malebolge (1961), la monografia su Alberto Moravia (1962), Il realismo di Dante (1966) e La missione del critico (1987), Dante reazionario (1992), Il chierico organico (2000); ha inoltre curato edizioni di C. Vallini, G. Pascoli, G. Gozzano, G. P. Lucini. È stato anche autore di testi teatrali e di libretti musicati da L. Berio.
fonte: treccani.it
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