Conversazione di Livio Partiti con Miguel Gotor
«A distanza di oltre trent'anni dal rapimento e dalla morte di Aldo
Moro, del cosiddetto memoriale restano duecentoquarantacinque fotocopie,
che riproducono gli autografi dell'interrogatorio a cui il prigioniero
fu sottoposto dalle Brigate rosse e alcune riflessioni da lui elaborate
durante il sequestro»: tra memoria difensiva e testamento morale, il memoriale scritto di pugno da Aldo Moro
durante la prigionia e reso pubblico in tre momenti ben distinti – a
Roma, a sequestro in corso e a Milano, nel covo brigatista di via Monte
Nevoso, prima nel 1978 e poi nel 1990 -, è stato al centro di speculazioni, delitti, ricatti, conflitti tra poteri, episodi inquietanti e quesiti ancora aperti.
Ricostruendone la storia, Miguel Gotor indaga «i meccanismi di funzionamento del cosiddetto "caso Moro"
– un sequestro di persona preceduto da una strage che si conclude, da
un lato, con la morte dell'ostaggio e, dall'altro, con la scomparsa
degli originali dei suoi scritti», ma anche «i conflitti interni alla
classe dirigente italiana, gli sviluppi e i condizionamenti subiti
dalla storia del nostro paese nel quindicennio successivo, almeno sino
alla crisi di Tangentopoli e all'eclisse della cosiddetta prima
Repubblica. L'inizio di una "transizione infinita" in cui l'Italia, a
prescindere da una valutazione politica contingente, sembra avere
smarrito il sentimento del suo sviluppo e la coscienza della propria
funzione nel sistema delle nazioni piú avanzate, a partire da quella
ferita che taglia in due il sessantennio repubblicano».
***
Un pozzo di segreti che Gotor esplora con il rigore dello storico e la
passione di chi vuole comprendere com'è cominciata una deriva da cui è
nata l'antipolitica e sulla quale si è annichilita un'intera
generazione. […] Un grande giallo, ma reale e appassionante anche perché
scritto benissimo. Una storia dove vero, verosimile e falso si
aggrovigliano e sulla quale pendono sempre diversi interrogativi, cui
Gotor offre utili tracce di risposta.
Marzio Breda – Corriere della Sera
Gotor affronta con successo una sfida ambiziosa: a partire dall'analisi
microstorica dell'odissea di queste carte, vagliando una mole immensa di
documenti, testimonianze e atti processuali, ci racconta l'Italia degli
anni Settanta e l'anatomia nascosta del potere italiano. Il ragionare
metodico dello storico che riconosce la realtà brutale della politica
senza cedere al cinismo, chino a ricomporre i frammenti per sottrarre il
potere urticante della verità alla fisiologica usura del tempo, è un
vaccino, non solo un'autopsia, al corpo infetto del potere.
ascolta qui la conversazione
MIGUEL GOTOR, OSPITE A CANTALIBRI (CANTALUPA, TORINO)
DOMENICA 08 SETTEMBRE 2013
IL POSTO DELLE PAROLE
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