Conversazione di Livio Partiti con Daniele Petruccioli
ED WOOD
"SPLATTER"
TRADUZIONE DI DANIELE PETRUCCIOLI
GALLUCCI HD
Ed Wood (Edward D. Wood Jr: Poughkeepsie, NewYork, 1924 – Los Angeles, 1978) è noto soprattutto come regista di B-movies. Plan 9 from Outer Space (1955), definito “uno dei peggiori film di tutti i tempi”, dopo la sua morte è diventato un classico di culto. Scrittore prolifico per le riviste soft porno degli Anni Sessanta e Settanta, prediligeva i generi horror, western e poliziesco. Il genio folle e fuori dalle regole di Ed Wood è tornato alla ribalta negli Anni Novanta grazie a Johnny Depp, che ne ha vestito i panni nel film omonimo diretto da Tim Burton, vincitore di due premi Oscar.
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Finalmente, dopo quarant’anni, per la prima volta un’antologia raccoglie 34 racconti scritti da Edward D. Wood Junior tra la fine degli Anni Sessanta e i primi Anni Settanta quando, per pagare l’affitto, il regista americano avviò un’intensa attività di scrittore.
Sono storie che, in origine, erano destinate a riempire gli spazi bianchi tra le foto delle pin-up nei girlie magazines dell’epoca. Wood, che aveva tentato in tutti i modi di sfondare a Hollywood, affronta nei racconti tematiche scomode per quegli anni, come il feticismo e il travestitismo, che lui stesso praticò.
Cimiteri, bordelli, strade di provincia, ma anche palazzi lugubri e verdi campi da golf fanno da scenario alle ossessioni di un uomo che in vita ha subìto umiliazioni e fallimenti, ma che, decenni prima dell’avvento di Facebook e di Instagram, ha saputo creare la propria identità attraverso l’artificio. E che, tra fiumi di alcol, schizzi di sangue e golfini d’angora, emerge ora come l’autentico maestro del pulp.
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