Conversazione di Livio Partiti con Daniele Giglioli
DANIELE GIGLIOLI
"CRITICA DELLA VITTIMA"
NOTTETEMPO EDIZIONI
Dalla politica al costume, dalla storia alla letteratura, dal diritto alla psicologia, Giglioli analizza la sintomatologia della vittima contemporanea: “l’eroe del nostro tempo”. Tra le sue manifestazioni, la celebrazione ossessiva della memoria, il credo umanitario che mantiene “inermi i disarmati” e “lascia intatti gli arsenali dei forti”, l’imperativo capitalista del diritto al benessere che si rovescia in frustrazione e inadeguatezza, la mitologia contemporanea della “cospirazione”: in ogni caso, la responsabilità del male è altrove, fuori da noi. Che cosa significa quindi essere vittime e quali sono le implicazioni etiche del sentirsi tali? Qual è il significato di parole come “innocenza”, “diritto inalienabile” o “immunità”? L’autore indaga l’origine dell’ideologia della vittima e il consolidarsi odierno di una strategia della lamentazione che divide la società in rei e innocenti, vittime e carnefici.
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Daniele Giglioli, docente di Letterature Comparate all’Università di Bergamo, collabora con "Il Corriere della Sera". Ha pubblicato, tra l’altro, Tema (La nuova Italia, 2001), Il pedagogo e il libertino (Bergamo University Press, 2002), All’ordine del giorno è il terrore (Bompiani, 2007), Senza trauma (Quodlibet, 2011).
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