ANTONIO GIBELLI

Conversazione di Livio Partiti con Antonio Gibelli

ANTONIO GIBELLI

" I TEMPI DEL CIBO"

LA STORIA IN PIAZZA

PALAZZO DUCALE

GENOVA

 

 

Che cos’è
“Storia in piazza” si riferisce alle piazze popolose come teatro della storia, ma più ancora all’idea di portare la storia al grande pubblico o se si vuole il grande pubblico alla storia: è una rassegna su grandi temi storici non riservata agli specialisti, concentrata in quattro giorni densi di proposte che vanno dalla conferenza all’intervista allo spettacolo musicale al laboratorio didattico alla mostra, tutti ruotanti intorno al tema scelto annualmente.

Sapere storico e divulgazione
L’ambizione dell’iniziativa è di combinare il più alto livello di aggiornamento scientifico con il più alto livello di capacità divulgativa. Ciò significa associare alla comunicazione verbale altri tipi di comunicazione e unire ai momenti di approfondimento altri momenti estetici e ludici. Divulgazione non è sinonimo di banalizzazione né invito ad appiattirsi su risposte rassicuranti. In storia ciò significa che il passato non deve apparire come un dato ma come il risultato di un’interrogazione sempre aperta nel presente e di una scoperta continua.

Saperi e linguaggi
Nell’ambito della rassegna, il sapere storico fa naturalmente la parte del leone, ma non pretende l’autosufficienza. Vengono mobilitati altri saperi per una migliore comprensione degli eventi: dall’antropologia alla sociologia, dalle scienze giuridiche alla filosofia, dalla biologia alla genetica. Vengono coinvolti altri mestieri, come quello del giornalista o del magistrato, e altri linguaggi, come quello letterario, figurativo, musicale, per la loro rilevanza nei processi storici e per la loro capacità evocativa.

I protagonisti
La rassegna è occasione per un incontro del pubblico con una numerosa schiera di intellettuali di diverse aree culturali, di storici soprattutto italiani e di area anglosassone, di studiosi di scienze umane, giornalisti e uomini di spettacolo. Per gli stranieri è prevista la traduzione simultanea o quella consecutiva.

I temi Storia in piazza mette a fuoco percorsi e vicende del passato a partire dai grandi interrogativi del presente: la nascita, l’evoluzione e il tramonto degli stati nazionali sotto i colpi della globalizzazione, la guerra come manifestazione ricorrente della storia umana, le grandi correnti migratorie che spingono milioni di persone a spostarsi nel mondo, la costruzione delle identità di genere.

La sede
Teatro della rassegna è il Palazzo Ducale di Genova, un luogo di per sé carico di storia in una città in cui la dimensione del tempo è decisamente più ampia di quella dello spazio. Il Palazzo Ducale, oggi sede di una ricca attività culturale all’interno della quale i temi storici occupano già un posto di prima importanza, presenta una struttura moto versatile, che consente lo svolgimento in contemporanea di numerose iniziative con diverse caratteristiche e dimensioni: dalle ampie sale del Maggiore e del Minor Consiglio agli spazi per le mostre e per la didattica.

Il pubblico
Il pubblico è costituito in prevalenza da cittadini dell’area genovese e ligure, studenti e docenti di diversi ordini di scuola, persone comuni che esprimono il bisogno di un’immersione totale nella storia e nella cultura, ma anche da quote di studenti, docenti e turisti di altre parti d’Italia. In complesso le prime edizioni hanno registrato decine di migliaia di presenze distribuite nei diversi giorni e incontri, con punte di alcune migliaia simultaneamente presenti agli appuntamenti più significativi.

La dimensione didattica
A conferma di una vocazione propria dell’attività culturale del Ducale, un’attenzione particolare è riservata ai rapporti con le scuole di diversi ordini e quindi al pubblico degli studenti di ogni età. Uno spazio specifico accoglie i ragazzi e offre loro l’opportunità di misurarsi con attività di laboratorio, letture, percorsi tra fonti, suoni e immagini, per entrare in maniera attiva dentro il tema oggetto della rassegna.

Realizzazione
La Storia in piazza è un’iniziativa realizzata dalla Fondazione Palazzo Ducale con la collaborazione del Comune di Genova, del Centro Culturale Primo Levi, dell’Università degli studi di Genova, dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, della Fondazione Ansaldo, e di numerosi sponsor pubblici e privati.

Cura
La cura della rassegna è affidata a Donald Sassoon, professore di storia europea comparata al Queen Mary College di Londra, grande conoscitore dell’Italia e della sua storia, con la collaborazione di Luca Borzani, presidente della Fondazione palazzo Ducale, e di Antonio Gibelli, già ordinario di storia contemporanea all’Università degli studi di Genova. L’ottica comparatistica in cui Sassoon è specialista è la più adatta a offrire grandi quadri di riferimento alle tematiche affrontate, in una prospettiva planetaria e di lungo periodo.

L’edizione 2014
Il tema del quinto appuntamento è “I tempi del cibo”, ossia la storia dell’alimentazione. Al centro dell’attenzione saranno la produzione, la preparazione, il consumo del cibo. Produzione significa un percorso dalla raccolta dei frutti spontanei della terra e dalla caccia degli animali selvatici alla invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento, fino alle moderne forme della manipolazione genetica relativa a vegetali e animali. Preparazione significa modalità di trattamento degli alimenti, a cominciare dalla scoperta del fuoco per la cottura, invenzione e ibridazione delle tecniche culinarie, loro legame con le identità dei popoli. Il consumo sarà visto nei suoi aspetti materiali (abbondanza e fame), culturali e di costume (socialità, convivialità, buone maniere), simbolici e religiosi. Le grandi religioni monoteiste hanno introdotto regole e proibizioni riguardo agli alimenti e una di esse, quella cattolica, ha posto una cena al fondamento della sua ritualità. Ma si parlerà anche di circolazione degli alimenti sul pianeta terra e diffusione del loro uso, dalle antiche vie delle spezie alle tappe della globalizzazione alimentare cominciata con la conquista europea delle Americhe.

 

ascolta la conversazione

ANTONIO GIBELLI

 

La Storia, come ricorda Jean-Henri Fabre celebra i campi di battaglia dove troviamo la morte, mentre abitualmente non parla dei campi coltivati che ci danno la vita.

Il cibo è però fattore centrale nella storia e nell'economia mondiale – viaggi di esplorazione, guerre di conquista, carestie, consumismo, controllo delle risorse, globalizzazione dei consumi, inquinamento – ed è fonte di identità, di cultura, di riti, di ricordi.

 

 

Antonio Gibelli (Genova, 1942) è uno storico italiano, professore ordinario di Storia Contemporanea all'Università di Genova, esperto di storia del movimento operaio e Resistenza innanzitutto di Genova e della Liguria..

È uno dei maggiori studiosi della scrittura come pratica sociale e delle esperienze individuali e collettive nelle due guerre mondiali. Ha diretto la rivista Movimento operaio e socialista (ora Ventesimo Secolo) e ha collaborato con numerose altre riviste.

È uno stretto collaboratore del fondo fondo Perillo[1] e del centro ligure di storia sociale[2], enti nei quali si possono trovare e consultare interventi e saggi di Antonio Gibelli; inoltre collabora con altri istituti nazionali e non di questo genere.

Le sue ricerche più significative vertono sulla storia della prima guerra mondiale. Il suo volume L'officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale (prima edizione 1991, terza edizione accresciuta Bollati Boringhieri 2007) ha profondamente innovato l'orientamento degli studi sul conflitto in una prospettiva di storia culturale, facendo uso per la prima volta di fonti come le relazioni degli psichiatri sui dissesti mentali dei soldati e le lettere dei fanti. L'altro volume La Grande Guerra degli italiani (prima edizione 1998, terza edizione BUR 2009) ha vinto il premio Acqui Storia nel 1999. Ha inoltre curato l'edizione italiana ampiamente rimaneggiata dell'Encyclopedie de la Grande Guerre (Einaudi, 2007). Altra pubblicazione innovativa è Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande Guerra a Salò (Einaudi 2005), nella quale ricostruisce le forme di mobilitazione politica e militare dell'infanzia italiana nella prima metà del XIX secolo.

La peculiarità del suo modo di fare storia del Novecento consiste nella prospettiva "dal basso", che inserisce ampiamente nell'analisi e nella narrazione i punti di vista della gente comune – emigranti, soldati, bambini – utilizzando le loro testimonianze epistolari, diaristiche e memorialistiche. Al fine di promuovere lo studio di questi materiali salvandoli dalla dispersione, nella seconda metà degli anni Ottanta ha fondato, presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea di Genova, l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), oggi una delle principali istituzioni europee del genere.

 

 

IL POSTO DELLE PAROLE

ascoltare fa pensare