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Armando Buonaiuto “Torino Spiritualità”

Armando Buonaiuto, Torino Spiritualità

Armando Buonaiuto
curatore di “Torino Spiritualità”
Piccolo Me

torinospiritualita.org

Restare o diventare bambini? Rifiutarsi di crescere oppure ritrovare da grandi un tesoro che si pensava perduto?
Dal 21 al 25 settembre 2017laXIII edizione di Torino Spiritualitàè PICCOLO ME, cinque giorni di incontri, dialoghi e spettacoli per riflettere sulla possibilità di ritrovare alcuni aspetti della propria infanzia e scoprire quanto piccolo me vive ancora nel grande me che ogni adulto è diventato. Il tema, però, propone un’ulteriore questione divenuta sempre più urgente a causa delle cronache drammatiche dei nostri tempi. Che posto rimane per l’infanzia in un mondo in cui il presente e il futuro fanno paura? Come sarà essere bambini in uno scenario che assume i contorni dello scontro di civiltà, dove la religione si lega a doppio filo con politica ed economia e tutto è oscurato dalle lenti dell’intolleranza, del fanatismo, dell’ignoranza e del terrore? Torino Spiritualità è un festival plurale, di idee e contraddizioni. Rispondere non è semplice, indispensabile tentare di farlo. Intervengono quest’anno, tra gli altri, Theodore Zeldin, eccentrico studioso dell’Università di Oxford; Silvio Orlando, protagonista del reading La vita davanti a sé; Ani Zonneveld, imamah di Los Angeles che predica l’Islam progressista; Céline Alvarez,insegnante francese, ideatrice di un rivoluzionario modello educativo; Luigi Lo Cascio, interprete della lettura tratta dal romanzo di Cormac McCarthy La strada; Miguel Benasayag, filosofo e psicanalista argentino; Corrado Pensa maestro di meditazione; Chiara Guidi, attrice, regista e fondatrice di Socìetas Raffaello Sanzio. E ancora, l’illustratore Lorenzo Mattotti, l’autore per l’infanzia Bruno Tognolini, il teologo Vito Mancuso, l’ex manager indiana, ora studiosa di scritture vediche Jaya Row, il direttore de «La Repubblica» Mario Calabresi, gli psicanalisti Massimo Recalcatie Augusto Romano, lo storico dell’arte François Boespflug, gli scrittori Chiara Gamberale, Domenico Starnone, Fabio Genovesi, Michele Mari e Carlo Lucarelli, il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards.L’immagine del festival è l’opera Protezione totale di Guglielmo Castelli, nato a Torino nel 1987, pittore emergente della nuova arte italiana con all’attivo significative esperienze espositive anche all’estero.


Il pedagogo Janusz Korczak diceva che frequentare i bambini è faticoso, ma poi aggiungeva: non perché bisogna curvarsi al loro livello, ma perché bisogna elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Aveva ragione. È difficile stare dietro all’agilità emotiva dei piccoli e ancor di più all’acutezza della loro immaginazione, che si intrufola in passaggi stretti e ricombina il mondo in forme nuove e folgoranti. Agilità di cuore e immaginazione: ecco alcune delle molte ricchezze contenute nel minuscolo forziere che ciascun bambino è. Ma quanto di questo tesoro passa in eredità all’adulto di domani? Quanto piccolo me c’è nel grande me che oggi sono diventato?
Inoltrandoci nell’età adulta crediamo che l’infanzia debba sfumare alle nostre spalle. Eppure non è raro scoprire che, silenziosa, l’età bambina ancora ci accompagna: fa capolino nel passo incerto della timidezza, nell’inciampo di fragilità mai risolte, nelle paure che rallentano il cammino, ma anche nell’impeto della curiosità, nello slancio che non teme l’errore, nella corsa fiduciosa dietro a visioni, invenzioni, intuizioni e meraviglie. A riconoscerla, la traccia dell’infanzia è una presenza preziosa, che varrebbe la pena custodire. Lo suggerisce anche Gesù nel Vangelo, quando afferma che per entrare nel Regno dei cieli bisogna diventare come bambini, riattingendo, da adulti, a un po’ di quel che siamo stati. Accanto a questo modo di ritrovare l’orma del bambino, però, ce n’è un altro: il modo di chi, non sapendo distinguere infanzia da infantilismo, coltiva un’immaturità egocentrica, volubile e capricciosa, pericolosamente protesa verso quella che il Grande Inquisitore di Dostoevskij definiva «l’odierna sorte degli uomini»: essere come «piccoli che si sono ribellati in classe e hanno cacciato il maestro».
Restare bambini, rifiutandosi ostinatamente di crescere, o diventare bambini, ritrovando da grandi un tesoro che pensavamo svanito?
La XIII edizione di Torino Spiritualità è PICCOLO ME, dedicata a riflettere su questi opposti modi di abitare il tempo. Ma poiché non si può indagare il legame tra l’essere umano e la sua infanzia senza aver prima chiarito che cosa l’infanzia effettivamente sia, il festival si sofferma anche sul valore simbolico e sull’immaginario sociale dell’età bambina, per verificare in che misura stereotipi, semplificazioni e mitizzazioni soffochino la reale complessità dell’esperienza infantile e dei suoi chiaroscuri.
Armando BuonaiutoCuratore di Torino Spiritualità

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