Anna Linda Callow
“L’anima” di Adin Steinsaltz
traduzione di Anna Linda Callow e Cosimo Nicolini Coen
Giuntina Editore
giuntina.it
Cos’è l’anima? Come si manifesta? Com’è possibile sentire la sua flebile voce? Cosa le accade dopo la morte? Come influenza la nostra vita? E perché è importante compiere uno sforzo per prestarle ascolto? Lo scopo di questo libro è quello di evidenziarne natura e manifestazioni per stimolare riflessioni che conducano il lettore a un livello più alto, da cui sia possibile iniziare quel lungo e difficile cammino che impegna tutta la vita: essere in contatto con l’anima e averne cura.
“Abbiamo un’anima. Possiamo affermarlo perché la percepiamo. Non è chiaro in quale momento della vita l’individuo scopra di averla; si direbbe che non accada nel periodo neonatale, e forse neppure nella primissima infanzia, ma in ogni modo è una delle prime realtà di cui si accorge, sebbene con una consapevolezza solo parziale. Il processo somiglia a quello relativo alla nostra percezione del corpo, che è parimenti soggetta a uno sviluppo; all’inizio comprende le parti più scoperte o attive e si amplia progressivamente con il tempo e l’esperienza. Si può supporre che un lattante scopra il proprio corpo mettendo insieme diversi tipi di sensazioni, e anche se potesse parlare non riuscirebbe a esprimere la consapevolezza corporea in modo completo, ma piuttosto come una serie di esperienze isolate che si uniscono gradualmente a formare un insieme. È possibile che all’inizio scopra di avere una pancia, poiché di tanto in tanto gli duole, e progressivamente – attraverso la vista e gli altri sensi – si renda conto di avere anche mani, piedi e così via, fino a giungere a una rappresentazione globale. Ma nonostante che conduciamo con il nostro corpo un dialogo continuo e amorevole (forse più del dovuto), e ce ne prendiamo costantemente cura, ciò che è nascosto supera comunque ciò che è palese. Mentre le parti esterne le possiamo vedere e toccare, delle parti più interne abbiamo, nella migliore delle ipotesi, una conoscenza indiretta e scarsa. Moltissime persone non conoscono l’ubicazione precisa del cuore, o persino dello stomaco, e a maggior ragione di altri organi, molti dei quali sono loro del tutto sconosciuti.
Similmente, anche l’esistenza dell’anima non giunge alla nostra consapevolezza come una concezione unitaria e completa, ma come un’accozzaglia di esperienze differenti: amore e odio, attrazione e repulsione, curiosità e apprendimento e simili. Tali esperienze ci si presentano ciascuna in modo indipendente, e solo in una fase successiva si uniscono a formare una qualche percezione dell’io.
Una volta che questo insieme di esperienze è definito come io, persino il più semplice tra gli uomini può distinguere in una certa misura tra l’io nel suo significato corporeo, che è uno degli aspetti della nostra essenza, e l’io interiore, spirituale. Con ciò, così come accade per la consapevolezza del corpo, anche quella dell’anima trae origine perlopiù da fatti esterni, da esperienze relative al mondo che ci circonda, mentre quelle più intime sono molto più oscure, e persino gli adulti non le conoscono pienamente e di solito non sono in grado di definirle in modo chiaro.”
Adin Steinsaltz, nato a Gerusalemme nel 1937, rabbino e leader spirituale, laureato in chimica e fisica, è conosciuto principalmente per la sua monumentale traduzione commentata del Talmùd in ebraico moderno. Di lui la Giuntina ha pubblicato La rosa dai tredici petali. Un incontro con la mistica ebraica, Cos’è il Talmud e L’anima.
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