Ferruccio Andolfi
“Nietzsche. Profilo di un filosofo morale”
Georg Simmel
Orthotes Editrice
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Simmel si è confrontato a più riprese con Nietzsche sviluppando un’originale interpretazione della sua dottrina morale, da cui attinge elementi per la propria stessa etica, contrassegnata dal tema della «legge individuale». Il lettore trova qui raccolti Friedrich Nietzsche. Un profilo filosofico-morale, la recensione de Il culto di Nietzsche di Ferdinand Tönnies, la brillante presentazione delle categorie centrali dell’etica nietzschiana Per comprendere Nietzsche, gli scritti dedicati al confronto del pensatore con Kant e Schopenhauer. La posizione di Nietzsche viene definita personalismo etico. L’elevazione dell’umanità gli sta a cuore, tuttavia la divaricazione tra l’interesse umano e quello sociale costituisce il dramma di cui non è cosciente.
L’univocità dei concetti non è di solito la qualità dei grandi pensatori. Da Eraclito e Platone fino a Kant e Hegel, essi hanno ogni volta lasciato spazio a una moltitudine di interpretazioni contrapposte, simili in questo al mare, da cui ciascuno può attingere quello che gli permettono le dimensioni e la forma del contenitore di cui dispone. La loro efficacia non sarebbe mai stata altrettanto ampia se essi avessero dato luogo a un solo tipo di comprensione, se non avessero parlato, come fa la natura, a ciascuno nella sua lingua e non avessero offerto all’anelito di ogni anima individuale una parola di liberazione in qualche maniera modulata per lei sola. Forse soltanto questa pluralità di intendimenti riesce a circoscrivere la loro grandezza, non attingibile da un singolo uomo. Ciò che sta accadendo a Nietzsche è una sorta di caricatura di questo destino dei grandi: egli deve fama ed efficacia non a una molteplicità di letture tutte ugualmente giustificate, bensì a letture che sono, tutte, ugualmente ingiustificate. Lo si reputa un predicatore del godimento egoistico – ma lui insegna il disprezzo del puro godimento e che ogni grandezza è condizionata da parte della sofferenza; l’indisciplina anarchica ricorre a lui per giustificarsi – ma per lui nessuna severità e disciplina riesce a essere abbastanza dura; gli si rimprovera l’indifferenza per l’umanità all’infuori dell’io – mentre in realtà l’evoluzione del nostro genere, l’innalzamento del tipo umano è il suo interesse più profondo, che abbraccia tutti gli altri.
Ferruccio Andolfi ha insegnato Filosofia della Storia all’Università degli Studi di Parma. Si occupa dei rapporti tra umanesimo e individualismo, con particolare riguardo alla storia del pensiero del XIX secolo. Dirige la rivista “La società degli individui”.
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