Valentina Fortichiari “Stregata da Leonardo”

Valentina Fortichiari, Leonardo da Vinci Valentina Fortichiari "Stregata da Leonardo"

Valentina Fortichiari
“STREGATA DA LEONARDO”
AL CENTRO CONGRESSI UNIONE INDUSTRIALE – TORINO
lunedì 29 febbraio, ore 15

Valentina Fortichiari presenta il suo libro “Stregata da Leonardo”, dedicato al grande artista che fin da piccola l’ha catturata. Un lavoro d’invenzione e uno studio documentato che si legge come un’opera narrativa. Leonardo pareva già a chi lo frequentava e bene lo conosceva fin troppo ossessionato da un ideale di perfezione da non sentirsi mai soddisfatto dei traguardi raggiunti. Ma anche dai suoi fallimenti traspare una curiosità inquieta che lo spinge a trasgredire qualsiasi confine disciplinare, cercando soluzioni coraggiose e rivoluzionarie. Valentina Fortichiari delinea qui i tratti affascinanti e, per certi versi ancora oggi attuali, di uno dei più profondi ingegni rinascimentali. In particolare l’acqua, che Leonardo, attratto e respinto vorrebbe “domare”, è metafora di sensualità, una sensualità che può oscuramente mutare in violenza. Valentina Fortichiari racconta cose “bizzarre e nuove” escogitate da Leonardo in ogni campo, che si trattasse di congegni di guerra o di costruzioni di pace, per non dire di quei dipinti così allusivi ed enigmatici, sospesi tra la luce del crepuscolo e le prime tenebre della notte”. Interviene Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Piemonte. I biglietti d’ingresso gratuiti possono essere scaricati dal sito www.centrocongressiunioneindustriale.it

Vita di Leonardo da Vinci
prefazione di Giulio Giorello

Leonardo pareva già a chi lo frequentava e bene lo conosceva fin troppo ossessionato da un ideale di perfezione da non sentirsi mai soddisfatto dei traguardi raggiunti.
Ma anche dai suoi fallimenti traspare una curiosità inquieta che lo spinge a trasgredire qualsiasi confine disciplinare, cercando soluzioni coraggiose e rivoluzionarie.
Valentina Fortichiari delinea qui i tratti affascinanti e, per certi versi ancora oggi attuali, di uno dei più profondi ingegni rinascimentali; lei stessa stregata dalle cose “bizzarre e nuove” escogitate da Leonardo in ogni campo, che si trattasse di congegni di guerra o di costruzioni di pace, per non dire di quei dipinti così allusivi ed enigma- tici, sospesi tra la luce del crepuscolo e le prime tenebre della notte.
dalla Prefazione di Giulio Giorello

Difficilmente il nome di Leonardo da Vinci suona sconosciuto ai nostri giorni. Persino le sue fattezze, i suoi ritratti o l’autoritratto, le statue che lo raffigurano, i suoi affreschi e i quadri come il Cenacolo e la Gioconda, sono nella memoria visiva di molti. Tuttavia, può essere utile percorrere un breve cammino in sua compagnia, un cammino nel tempo fecondo della sua esistenza, pur se drammatico per la storia italiana ed europea – dal punto di vista della politica e della guerra – per approfondire aspetti, dettagli, aneddoti che forse non tutti conoscono. Ripercorrere le tappe della sua vita movimentata e, insieme, della sua mente così versatile e dotata, è un viaggio che riserva qualche sorpresa. Pochi, infatti, sanno che dietro la vicenda di un genio unico nella storia dell’umanità, dietro il pittore, l’uomo di scienza, l’architetto, l’ingegnere, si nascondono le debolezze di un uomo la cui lentezza poté a volte danneggiarlo: un dissipatore di energie, confuso e inter- mittente, inconcludente persino, perennemente insoddisfatto nella sua ricerca della perfezione. La potenza sovrumana della sua intelligenza supplì a ogni difetto, compensò insicurezze, errori o distrazioni, tanto che lo studioso inglese Kenneth Clark lo ha definito “l’Amleto della storia dell’arte” per il perenne conflitto tra aspirazioni estetiche ed esiti scientifici. Tale definizione rende perfettamente l’idea del dissidio che lo dilaniava, tra intelligenza ed emotività, com- prensione critica e debolezze di carattere pratico. (VF)

Valentina Fortichiari
Non ha mai quiete – Leonardo e l’acqua
Sedizioni

“Perché vede più certa la cosa l’occhio ne’ sogni che colla immaginazione quando desto”.

Un Leonardo attento agli odori, agli abbracci e ai sogni. Un Leonardo dalla forte presenza corporale e preda di una attrazione fatale per la luce, le ombre, per i colori: l’incontro con Salaì è simboleggiato dall’acqua ma soprattutto dalla discussione sul modo di ‘vedere’ i colori. Elegantissimo e solitario, silenzioso, meditativo, Leonardo può vedere al buio e persino ‘levitare’ abbandonando a terra la propria forma materiale; riconosce i segni di un moto della terra insolito a Milano, e subito dopo trova per caso ispirazione per il volto del Cristo, rimasto vuoto; fugge l’umanità e cerca la compagnia degli animali. Un Leonardo che nutre segretamente il desiderio inappagato della genitorialità, della famiglia, persino dell’istinto maternale.
Come nel racconto dedicato a Colette (Lezione di nuoto, Guanda 2009), anche qui l’acqua, che Leonardo, attratto e insieme respinto, vorrebbe ‘domare’, è metafora di sensualità, una sensualità che può oscuramente mutare in violenza.
Valentina Fortichiari racconta Leonardo tra il 1490, anno milanese della Festa del Paradiso, e successivamente del Cenacolo, sino al 1513, quando l’artista si rimetterà in viaggio, preda della sua indole errabonda, inquieta. La storia si mescola all’invenzione: a Pico della Mirandola, Aldo Manuzio, alla madre di Leonardo, fa seguito la vicenda di Clarice e Rachel, personaggi di pura fantasia, ambientata nella campagna inglese. Da Salisbury e Plymouth le due partiranno all’inseguimento di un genio di cui hanno soltanto sentito parlare, destinato a cambiare le loro esistenze.
La narrazione è volutamente organizzata per scene o meglio ‘quadri’: si potrebbe pensare a visioni oniriche, a volte frammentarie, commentando con Leonardo stesso: “Perché vede più certa la cosa l’occhio ne’ sogni che colla immaginazione quando desto”. L’occhio, principe dei sensi, qui tutti rilevatissimi, ha una parte preponderante nel romanzo, non solo come strumento del guardare, addirittura dello ‘spiare’, ma nella concretezza di un oggetto misterioso e inquietante che viene studiato da Leonardo, e persino gigantesco, trovato sulla spiaggia bretone da Rachel, dopo la furia di uno tsunami durante la navigazione. Simbologie? Leonardo si fa leggere le carte da una maga, Clarice consulta una strega a Stonehenge prima di partire. Coincidenze? Non sono le uniche, in un intreccio di casualità e di destini che portano alla medesima conclusione: forse niente esiste al di fuori del sogno. Il dubbio è destinato al lettore, alla fine: tutto è possibile, niente è reale, tranne i pensieri di un uomo che vide ben oltre l’umanità.

Valentina Fortichiari
milanese, ha lavorato per anni nel mondo editoriale. Attualmente è docente universitaria in comunica-zione e tecniche narrative. Giornalista, saggista, è curatrice delle opere di Guido Morselli e di Cesare Zavattini, ai quali ha dedicato numerosi interventi critici. Scrittrice, ha esordito nella narrativa con il romanzo Lezione di nuoto, Colette e Bertrand, estate 1920 (Guanda 2009), che ha vinto premi importanti.
Interessata alla figura di Leonardo da un punto di vista letterario, oltre che scientifico e biografico, sta lavorando anche a un romanzo.

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