Ugo Cardinale “Festival del Classico”

Ugo Cardinale Ugo Cardinale "Festival del Classico"

Ugo Cardinale
curatore
“Festival del Classico”
Circolo dei Lettori, Torino
da giovedì 18 ottobre a domenica 21 ottobre 2018

circololettori.it

Il mondo classico, fatto di ragione ed equilibrio, cos’ha in comune con questo nostro mondo che delegittima ogni limite? È ancora possibile individuare, oggi, tracce di quella società antica in cui il bello si intreccia con il buono in un’ideale di perfezione riassunto dall’espressione kalokagathìa, termine in uso nell’Atene del 5 secolo a. C a sintetizzare la bontà morale inscindibile dalla bellezza? E, una volta trovate, come riusciamo a usarle bene nel tempo presente? Il Festival del Classico cerca anche di rispondere a questi interrogativi, riflettendo sulla strada del tempo, per individuare variazioni e cambiamenti, continuità e durata dei classici oggi.

Comincia il linguista e critico letterario Gianluigi Beccaria, storico della lingua e saggista. Chi meglio di lui può dirci che cosa è cambiato oggi nell’eredità dei classici nella letteratura? La lectio dell’accademico della Crusca e autore, tra gli altri, di Le orme della parola, L’italiano in 100 parole, Lingua madre e L’italiano che resta. Le parole e le storie, è su quanto, e in che misura, i poeti e i narratori del presente intingano ancora la penna negli inchiostri della tradizione. Fino a non molto tempo fa, infatti, le novità di rilievo si affermavano secondo una continuità con il passato, ne sono testimoni autori come Leopardi, Carducci, Pascoli e ancora Ungaretti, Pavese e Fenoglio. È ancora così? Qualcosa è cambiato. Continuità e durata nei classici nel mestiere di scrivere è giovedì 18 ottobre, ore 17 al Circolo dei lettori.

Quindi cosa resta dei classici se anche gli scrittori contemporanei sembrano ignorarli? Possono servirci come bussola nella prassi politica? Rispondono il filologo Luciano Canfora, il latinista Ivano Dionigi insieme a Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza, venerdì 19 ottobre, ore 11 in I classici hanno futuro?, un dialogo per capire che cosa abbiano ancora da dire le antiche civiltà di Atene e Roma all’Europa, oggi meta d’arrivo di nuovi popoli, timorosa, in parte, che le migrazioni ne accelerino il tramonto, e ancora quanto, all’uomo tecnologico, perso nell’orizzontalità della rete, frastornato da input infiniti, possano interessare parole all’apparenza vetuste.

E infatti “noi e i classici”, sì, ma che valore diamo alla cultura antica? Hanno ancora un peso Omero e Virgilio oppure no? È vero, come sostengono in molti, che lo studio del greco antico e del latino sarebbe ormai del tutto inutile nelle società moderne, marcatamente orientate verso discipline e conoscenze di immediata utilità, e che il liceo classico dovrebbe essere abolito? A queste domande risponde Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza, in un libro e nell’omonimo incontro Perché la cultura classica (Mondadori), venerdì 19 ottobre, ore 18 al Circolo dei lettori, attraverso una vasta gamma di esempi utili a comprendere come il debito dell’Occidente verso le civiltà greca e romana sia di gran lunga superiore a quello usualmente riconosciuto, perché ha riguardato tutti gli aspetti della cultura e non solo. Spaziando dall’astronomia alla fisica, dalla geometria alla matematica, dalla geografia all’ottica, il fisico e filologo chiarisce infatti in modo inoppugnabile come la scienza europea abbia mutuato i suoi fondamenti epistemologici – i metodi dimostrativo e sperimentale – dallo studio dei pochi trattati ellenistici che ci sono pervenuti, in particolare le opere di Archimede e gli Elementi di Euclide.
Interviene Sandro Graffi, Università di Bologna.

Una cosa è certa: i classici hanno lasciato un’indelebile impronta nel nostro linguaggio come sostiene Nicola Gardini, latinista, docente all’Università di Oxford, in Le 10 parole parole latine che raccontano il nostro mondo (Garzanti), sabato 20 ottobre, ore 11 al Circolo dei lettori: da signum, a virtus a claritas, fino a spiritus e rete, usiamo termini che derivano dalla lingua dei Romani senza rendercene conto, come attingendo a un tesoro di significati che continuano a parlarci e a renderci quel che siamo. Andando a reperire le etimologie, non soltanto possiamo farci idee più chiare sulla provenienza di immagini, metafore, modi di dire, ma anche attivare un dialogo con il nostro passato, e quindi interpretare con maggiore consapevolezza i segni del futuro che ci attende. Nicola Gardini ha scelto dieci parole che hanno formato e tuttora formano il nostro tempo e la nostra civiltà, e attraverso cui è possibile leggere in controluce frammenti della storia di tutti noi.

E ancora di linguaggio si parla in Parole antiche nella Costituzione Italiana, incontro intorno a etimologia e significati delle leggi, incastri di parole così potenti da organizzare la vita dei popoli. Responsabili della convivenza degli uomini, accolgono e sfidano il tempo: conseguenza delle esperienze di ieri, devono saper gestire il presente. Quelle fondanti sono antiche, sì, ma non passate. Ne discutono Gianmaria Ajani, rettore dell’Università di Torino, il filologo Luciano Canfora, il giurista Giovanni Maria Flick, sabato 20 ottobre, ore 18.30 al Circolo dei lettori. Modera Andrea Giorgis, Università di Torino.

Che cosa significa, quindi, fare i conti con i classici? Vuol dire stare Sulle spalle dei giganti, titolo dell’incontro con il grande Roberto Vecchioni, sabato 20 ottobre, ore 21 all’Aula Magna della Cavallerizza Reale. Uno dei padri storici della canzone d’autore italiana è stato anche docente di greco e di latino, dopo una laurea in lettere classiche all’Università di Milano. E nonostante i primi successi come cantautore, Vecchioni ha continuato a svolgere in parallelo la sua professione di docente, prima al liceo Beccaria di Milano e poi in provincia. La sua lezione è per fare il punto sul nostro rapporto con i classici, perché oggi, in un momento in cui rischiamo di naufragare in una collettività senza confini, perdendo il centro, emotivo e valoriale, proprio le parole degli antichi autori possono farci da guida nei cambiamenti, tra incertezze e sbandamenti, regalando punti fermi sui cui costruire la propria individualità.

Informazioni
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.
I possessori della Carta Plus del Circolo dei lettori possono prenotare il posto in sala (011 4326827 | info@circololettori.it).

Festival del Classico è un progetto della Fondazione Circolo dei lettori, diretta da Maurizia Rebola, presidente onorario del festival Luciano Canfora, curatori Ugo Cardinale e Massimo Arcangeli. La Nike di Samotracia che compare nella cover è un’opera di Ugo Nespolo. È realizzato con il sostegno di Fondazione CRT, con il patrocinio di Città di Torino e Università degli Studi di Torino, in collaborazione con Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Accademia delle Scienze, Dibattito e Cittadinanza – Rete del Piemonte, Rete Nazionale dei Licei Classici e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte.
Partner QC Terme Torino. Media partner La Stampa e Rai Radio3.


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