Teo De Luigi
“Eravamo solo numeri”
“Un ragazzo di diciannove anni, uno come quelli che domani avrò di fronte in classe, un giorno di marzo del 1944 decise di incrociare le braccia accanto alla macchina alesatrice alla Piaggio di Finale. Facendo quel gesto così banale non pensava di scegliere il suo destino. Sceglieva solo da che parte stare, e forse neppure quello. Sceglieva solo di non mettersi dalla parte sbagliata, quella dei nazifascisti.
Antonio Arnaldi, detto Tunittu, dopo quell’azione così normale fu deportato a Mauthausen, soffrì ma sopravvisse. Tornò a Finale, riprese a lavorare alla Piaggio e cominciò la sua nuova vita di testimonianza fra i giovani che dovevano sapere.
La sua storia, raccontata nel libro “Eravamo solo numeri” di Teo De Luigi ci ricorda che, se esiste la banalità del male che trasforma la più inconcepibile e inumana efferatezza in un meccanismo assurdo e burocratico, esiste anche la semplicità del bene”.
Teo De Luigi – Eravamo solo numeri
Quella di Antonio Arnaldi, detto “Tunitto”, l’ultimo deportato di Finale Ligure a Mauthausen. “Tunitto”, scomparso lo scorso settembre a 90 anni, il primo marzo 1944, è un operaio allo stabilimento Piaggio di Finale e partecipa a uno sciopero, uno dei tanti di quel periodo, segnato dalla fine del Fascismo e dalla lotta partigiana al Nord contro l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale. Lo vanno a prendere a casa, e dopo qualche giorno trascorso in trasferimenti tra Genova e Bergamo, finisce imbarcato su un treno diretto ai campi di concentramento. finisce nel campo di Gusen, racconta ciò che ha visto, vissuto e subìto e lo fa a distanza di decenni con un tono asciutto che non contrasta con la drammaticità della storia. I tempi e i ritmi del campo, la sveglia, il lavoro, il terrore di morire da un momento all’altro, la fame. L’assenza di limiti nell’umiliazione delle persone, ciò che ha fatto dire a Primo Levi “Se questo è un uomo”.
Teo De Luigi
Autore e regista riminese residente a Calice Ligure Teo De Luigi presenta i suoi documentari “L’urlo del ‘68″ e “Rapiti ‘78″: un viaggio tra società, politica e gioco del pallone. Dagli anni ‘80 si dedica all’inchiesta e al documentario collaborando con la RAI. Dal 1987 al 1999 lavora con Sergio Zavoli. Nel 1999 è responsabile artistico di Stream e nel 2005 collaboratore di Sky Racconta.
Realizza fra gli altri i seguenti documentari: “Voci” ciò che i giovani non vogliono dire; “PTSD – piaga di guerra” e “Festa amara” sulla guerra nei Balcani; “Rito e sangue” battenti e flagellanti nel sud d’Italia; “Cittadella Cottolengo” i volontari cattolici e laici; “Il mito Fausto Coppi” viaggio nelle imprese del campionissimo; “46 battiti al secondo” e “Padre e figlio piloti” la terra di Valentino Rossi; “Duccio Galimberti – Il tempo dei testimoni” la Resistenza di Giustizia e Libertà; “Piacere, Ada Gobetti” donna resistente, non solo moglie di Piero Gobetti.
Ha pubblicato “Memoria come futuro” ed. Maggioli e “Giocare da libero” ed. Limina. Attualmente ha in lavorazione “Paralup, l’eco della memoria” in collaborazione con la Fondazione Nuto Revelli di Cuneo.
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