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Stefano Baia Curioni “Giorgio Morandi e Tacita Dean”

Stefano Baia Curioni - Giorgio Morandi e Tacita Dean, Palazzo Te, Mantova

Stefano Baia Curioni
presidente del Centro Palazzo Te, Mantova
Mostra: Giorgio Morandi e Tacita Dean
“Semplice come tutta la mia vita”

Mantova, Palazzo Te
fino al 4 giugno 2017

La mia infanzia è semplice come tutta la mia vita,
informata da un gran desiderio di star solo e di non essere seccato da nessuno…

Giorgio Morandi

Il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te a Mantova, fino al 4 giugno, presenta un’esposizione in cui le opere di Giorgio Morandi – uno dei maestri della pittura europea del Novecento – dialogano con le opere di Tacita Dean – una delle più importanti e riconosciute artiste della scena mondiale contemporanea.
La mostra Giorgio Morandi e Tacita Dean. “Semplice come tutta la mia vita” mette a confronto due film, Day for Night e Still life, che Tacita Dean ha realizzato nel 2009 nello studio bolognese del pittore – ricostruito a grandezza naturale in apertura del percorso espositivo a Palazzo Te – e una raccolta di circa cinquanta opere di Giorgio Morandi, dipinti, disegni, acquarelli e grafiche concessi da importanti musei e collezioni private, che illustrano la sua ricerca relativa alla natura morta nel periodo dal 1915 al 1963.
La mostra propone una riflessione sul profondo legame che si istituisce tra i due artisti, un legame che da un lato racconta la linfa che alimenta il lavoro di Tacita Dean e dall’altro fa splendere la contemporaneità del lavoro di ricerca sviluppato per tutta la vita – con pazienza, attenzione e sensibilità – da Giorgio Morandi.

Tacita Dean si sofferma sugli oggetti dell’universo poetico di Morandi e sulle tracce lasciate su un piano dalle basi degli oggetti stessi, tracce composte dalla matita del pittore che calcolava, centrava, affiancava, spostava, ricollocava, aggregava, insisteva, con una attenzione matematica, sperimentale, priva di casualità plausibilmente in rapporto con le ore del giorno, le luci, i colori dell’aria.

“Nel fare questo – scrive Stefano Baia Curioni, presidente del Centro di Palazzo Te – Tacita Dean mette in opera una rapina gentile che, nell’appropriarsi delle condizioni del lavoro di un altro artista, apre lo spiraglio di una rivelazione: Morandi non è il passato, è vivo nel lavoro del presente. Un lavoro intimo che la mostra propone ad ogni spettatore”.

Partendo dagli oggetti cari a Morandi – bottiglie, lumi, caffettiere, tazze, porcellane e vetri -, il processo di creazione artistica attivato dall’osservazione e dalla meditazione sulle cose è il punto di incontro dei lavori dei due artisti. I film di Tacita Dean esprimono l’intuizione della necessità di guardare alle cose e alle tracce involontarie del processo della pittura. La sua opera non è un documentario: non antologizza Morandi, non analizza il suo contesto e il suo tempo, ma lo guarda con semplicità e permette allo spettatore di sperimentare come il suo lavoro sia ben vivo nel presente.

L’esposizione, curata da Massimo Mininni e Augusto Morari con il supporto di Cristiana Collu, è promossa dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi e gli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana.
Le nature morte di Giorgio Morandi esposte nello spazio delle Fruttiere mostrano come l’elaborazione del colore nelle sue composizioni si sia arricchita sino a raggiungere gli ultimi raffinatissimi accordi dei toni più alti. Forme, colori, valori spaziali sono associate a una musica di luce: la luce e l’ombra, presenti nelle stanze abitate dal pittore, sono appunto alla base della sua espressione grafica e coloristica.
Lo studio dell’artista in via Fondazza e la sua vita “piana e tranquilla” sono elementi imprescindibili per capire l’arte di Morandi.
Tacita Dean ci restituisce con chiarezza nei suoi lavori le atmosfere e gli ambienti morandiani: la luce investe lo spettatore con calma e le ombre delle bottiglie, dei vasi appaiono in una pallida penombra. I film raccontano un mondo limitato, polveroso, dimesso e domestico, dove cose umili affiorano in una luce fioca e rendono magiche le stanze, il carattere del luogo e l’arte di Morandi. Si avverte che l’artista si è soffermata a indagarle, cercando di scoprire la rigorosa ricerca di quel mondo plastico, di quel vedere e sentire per volumi e parallele, di quel comporre con chiarezza l’ordine con il quale Morandi procedeva nel misurare e disporre gli oggetti, qualità sostanziali nelle nature morte che metteva in scena.

Nel proporre insieme le opere di Giorgio Morandi e Tacita Dean, la mostra apre alcune domande: cosa accade quando un’artista guarda e incorpora nel proprio il lavoro di un altro artista, magari distante da sé nello spazio e nel tempo? Che opportunità viene offerta a noi, al pubblico, ai cosiddetti “astanti” dell’arte, quando questa inclusione si fa a sua volta opera d’arte?

Ascolta “Stefano Baia Curioni "Giorgio Morandi e Tacita Dean"” su Spreaker.

GIORGIO MORANDI nasce a Bologna il 20 luglio 1890 in una famiglia della piccola borghesia cittadina. I suoi riferimenti artistici sono Cézanne, Henri Rousseau, Picasso e André Derain. Subito sviluppa un grande interesse per l’arte italiana del passato: Giotto, Masaccio e Paolo Uccello. Dopo avere insegnato per molti anni nelle scuole comunali di disegno, nel febbraio del 1930 ottiene per “chiara fama” e “senza concorso” la cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove rimarrà fino al 1956. Rilevante è la sua presenza alle Biennali veneziane, ma ancor più quella alle Quadriennali romane: nel 1930 e nel 1935 Morandi fa parte della commissione di accettazione ed è presente anche come pittore con opere significative; nel 1939 ottiene un’intera sala personale, con 42 olii, 2 disegni e 12 acqueforti. Nell’estate del 1943 l’artista, sfollato, si ritira sugli Appennini dove sviluppa lavori dedicati ai paesaggi. Nella Biennale del 1948 riceve il primo premio: Morandi è ormai considerato uno dei maestri più importanti del secolo. Anche i più esclusivi ambienti internazionali s’interessano a lui e alcune sue opere sono ospitate in prestigiose rassegne del Nord Europa e negli Stati Uniti. Dopo una lunga malattia, Morandi si spegne a Bologna il 18 giugno 1964. L’elenco delle esposizioni all’estero sarà lunghissimo, anche dopo la sua morte. Le sue opere sono presenti in numerosi musei Italiani e internazionali.

TACITA DEAN nasce in Inghilterra, a Canterbury, nel 1965. Artista, fotografa e regista, Tacita Dean ha mostrato fin dagli esordi una predilezione per i formati espressivi usati nel cinema. La sua pratica del disegno ha assunto la forma di storyboard, un formato narrativo utilizzato nella progettazione dei film. Il gusto per la narrazione che si ritrova in molte delle sue opere è spesso innescato da incontri casuali. Nei suoi lavori la finzione e la storia si muovono su uno stesso piano, sottolineando il loro potere evocativo. Le sue opere giocano poeticamente sul tema della ricerca, nonché sulle identità sfocate di persone o di cose misteriose. I suoi film sono spesso narrazioni minime impregnate di un senso di fallimento umano e aspettative derivanti da azioni che sono curiosamente sia eroiche che consuete. Alcune delle ultime opere di Dean ricordano il lavoro di Bernd e Hilla Becher nella loro attenzione ai luoghi abbandonati, ma dotati di storia potente. Il suo lavoro è stato esposto in molte esposizioni internazionali quali la Biennale di Venezia, la Biennale di Sydney, la Biennale di San Paolo. Ha inoltre partecipato a dOCUMENTA(13) e ha avuto numerose mostre personali nei maggiori musei internazionali. È stata finalista per il Premio 1998 Turner Prize nel 1998 e ha ricevuto lo Hugo Boss Prize nel 2006 ed il Premio Kurt Schwitters nel 2009.

catalogo mostra: Skira Editore

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