Stefania Portinari “Ritratto di donna”

Stefania Portinari Stefania Portinari "Ritratto di donna" Basilica Palladiana, Vicenza

Stefania Portinari
curatrice della mostra
“Ritratto di donna”
Il sogno degli Anni Venti di Ubaldo Oppi
Basilica Palladiana, Vicenza
fino al 13 aprile 2020

www.mostreinbasilica.it

Nell’Europa da poco uscita dalla Prima guerra mondiale le donne cominciano a conquistare un proprio ruolo: sempre più autonome, seduttive e moderne. I capelli si accorciano come la lunghezza delle gonne, mentre la loro influenza nella società e nella cultura si fa sempre più intensa. Coco Chanel cambia la moda, Amelia Earhart attraversa in volo l’Atlantico, i balli di Josephine Baker incantano Parigi.

Anche in Italia soffia un vento nuovo e di questa donna differente, così diversa dal modello anteguerra, offre un ritratto magnetico il pittore Ubaldo Oppi, cresciuto a Vicenza ma formatosi fra Vienna, Parigi e Venezia, poi divenuto milanese dopo essere stato ‘scoperto’ da Margherita Sarfatti e Ugo Ojetti che stanno cercando uno «stile italiano» nell’arte. Ma Oppi non è il solo, perché la nuova donna appare nella pittura di Felice Casorati come di Mario Cavalieri, di Mario Sironi come di Piero Marussig. Assolutamente padrone del loro tempo, quelle figure escono anche dalla cronaca per rievocare un mito, quello di donne fatali e potenti come le amazzoni o di muse ritratte in una magica sospensione, eternate nei valori di un seducente classicismo.

La mostra è parte di un progetto di rilancio della Basilica palladiana di Vicenza, destinata a ospitare continuativamente esposizioni di rilevanza internazionale.

È curata da Stefania Portinari, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, affiancata da un comitato scientifico composto fra gli altri da Luca Massimo Barbero (Fondazione Giorgio Cini di Venezia), Alessandro Del Puppo (Università degli Studi di Udine), Nico Stringa (Università Ca’ Foscari di Venezia), Valerio Terraroli (Università degli Studi di Verona), Gabriella Belli (Fondazione Musei Civici di Venezia), Elena Pontiggia (Accademia di Belle Arti di Brera, Milano), Elisabetta Barisoni (Fondazione Musei Civici di Venezia), Giuseppina Dal Canton (Università degli Studi di Padova), Sergio Marinelli (Università Ca’ Foscari di Venezia), Sileno Salvagnini (Accademia di Belle Arti di Venezia).


Stefania Portinari
“Anni Settanta. La Biennale di Venezia”
Marsilio Editori

www.marsilio.it
La Biennale di Venezia attraversa gli anni settanta con una traiettoria che ne trasforma l’orientamento curatoriale. Dal conflitto ideologico innescato alla «Biennale poliziotta» del 1968 all’evocazione del rapporto tra arte e natura nel 1978, la rassegna compie una metamorfosi da cui emergono l’impostazione tematica e il ruolo dei critici militanti. Scompaiono i premi, l’ufficio vendite e le arti decorative, si mostrano videotape e performance; voci dissonanti vorrebbero abbatterne i padiglioni o renderla un organismo pervasivo, mentre l’espansione al di fuori dei Giardini si affianca all’ampliarsi delle sezioni di architettura. La sua storyline si compie tra l’innesto di condizionamenti politici e il cambiamento di gerarchie nell’ente, valicando le edizioni senza numero o il dissenso alla metà del decennio. La storia delle mostre di questa esposizione internazionale consente di creare cartografie di sguardi su protagonisti e momenti fondanti, ma anche di istituire raffronti attraverso lo specchio prismatico dell’arte contemporanea


IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare

www.ilpostodelleparole.it