Paolo Pasi
“Antifascisti senza patria”
Elèuthera Edizioni
eleuthera.it
Estate 1943. Quando gli «antifascisti non conformi», quelli per cui non arriva l’ordine di liberazione, lasciano il confino di Ventotene per essere rinchiusi nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari, trovano ad aspettarli centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto di guerra, quasi che il governo Badoglio tema di più questo pugno di sovversivi che le armate tedesche…
Illustrazioni di Fabio Santin
All’indomani della caduta di Mussolini, la maggior parte degli antifascisti rinchiusi al confino reclama e ottiene l’immediata liberazione unendosi alla resistenza contro i nazifascisti. Ma questa liberazione non avviene per tutti: alcuni di loro, in gran parte anarchici, vengono trattati dal governo Badoglio alla stregua di nemici, tanto che ne viene ordinato il trasferimento nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari, poco lontano da Arezzo. Inizia così il racconto corale di un viaggio che tra tentativi di fuga e ricordi di lotta porterà questi «antifascisti senza patria» nel famigerato Campo 97, dove già migliaia di prigionieri di guerra, per lo più slavi, patiscono condizioni di vita durissime. Unica speranza: evadere. Ed è appunto quello che faranno alla fine di quei quarantacinque giorni che intercorrono tra la caduta del fascismo e l’armistizio. Una storia realmente accaduta, narrata attraverso le vicende di undici personaggi dal passato ribelle e dal futuro incerto: uno scrittore futurista, un catalano sfuggito alla repressione di Franco, un combattente piacentino tornato dalla guerra di Spagna, un fabbro triestino e un barbiere siracusano, una donna dal destino avverso che però non si è arresa…
Uno dei fenomeni più caratteristici della vita italiana odierna è che dopo sedici anni di vittorie, i fascisti hanno paura. Essi hanno nelle mani tutte le leve di
comando. Il loro tribunale speciale ha condannato tremila persone a trentamila anni di galera, e tremilaseicento persone aspettano in carcere di passare sotto il
mulino delle condanne. La loro polizia ha mandato al
confino seimila persone, ha messo sotto sorveglianza
speciale dodicimilasettecento persone, ha diffidato quarantamila persone. Nessuna opposizione può organizzarsi in un paese in cui nessuno può parlare di politica al
suo vicino senza sospettare il suo vicino. Eppure i fascisti non si sentono sicuri del domani…
Gaetano Salvemini, prefazione alla prima edizione di Oggi in Spagna, domani in Italia di Carlo Rosselli, 1938
Paolo Pasi (Milano, 1963), giornalista e scrittore, vincitore della prima edizione del premio Ilaria Alpi, lavora in RAI come redattore del TG3.
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